Nel Lodigiano le cure palliative sono un modello di buona sanità

In un momento in cui sentiamo solo lamentele sulla sanità, vogliamo portare una testimonianza sulla “buona sanità” da noi vissuta con la nostra Palmira, malata oncologica che si trovava nell’ultima fase della sua vita. Noi famigliari ci sentiamo in dovere di esprimere pubblicamente un grazie all’équipe delle “Cure palliative” dell’Azienda ospedaliera di Lodi, che è stata di grande aiuto sia a Palmira, accompagnandola dolcemente e amorevolmente, sia a noi, preoccupati di non essere in grado di assisterla in una prova così difficile. Per questo vogliamo ringraziare la dottoressa Oleari, per averci suggerito il primo ricovero (di circa tre mesi) presso I’ Hospice di Casale, dove abbiamo conosciuto il dottor Piroli e il caposala, il signor Carmelo, dotati di professionalità e umanità, insieme a tutto il personale. Il nostro grazie è rivolto anche alla psicologa, la dottoressa Elisa, la quale, con il signor Carmelo, dopo aver appreso il forte desiderio di Palmira di tornare a casa, ci ha aiutati a individuare una persona che potesse stare con lei giorno e notte: Palmira, purtroppo, era rimasta sola, dopo la morte prematura dell’unico figlio e quella del marito circa un anno fa. Rivolgiamo il nostro ringraziamento anche a tutte le volontarie del “Samaritano” e a frate Vitale, che le hanno tenuto compagnia quotidianamente durante tutto il periodo di ricovero, dimostrandole un’attenzione a lei molto gradita. Ricordiamo ancora con riconoscenza la disponibilità garantitaci al momento della dimissione per un ulteriore supporto, qualora si fosse presentata qualche difficoltà. Al rientro a casa, è cominciata l’esperienza delle cure palliative: i ringraziamenti vanno al dottor Furiosi, alla dottoressa Silvia Gorgni, al dottor Taveggia - con il quale Palmira era entrata veramente in sintonia -, alle infermiere Lara, Antonella, Alessandra, dalle quali attendeva con trepidazione la telefonata del mattino, a cui faceva seguito tempestivamente un intervento domestico in caso di necessità. Rivolgendoci direttamente a tutte le persone che in questa lettera abbiamo nominato, diciamo: “Grazie per la vostra umanità, per averci dato la possibilità di contare su di voi ventiquattro ore su ventiquattro, per esserci stati molto vicini negli ultimi giorni di Palmira, mettendoci al corrente di quello che sarebbe successo passo per passo e dandoci suggerimenti che ci hanno consentito di affrontare con serenità il congedo da Palmira. Con tutti Voi ci siamo sentiti in famiglia. Siamo certi che il nostro non è stato un caso particolare: sicuramente tutti i pazienti e i loro familiari possono confidare nel vostro sostegno”. Un grazie sincero anche ai volontari dell’Alao.

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