A poche ore di distanza dalla sua scomparsa, il ricordo di Mino Martinazzoli non è, e non può essere, mera circostanza o retorica. Al contrario, è importante sottolineare l’insegnamento che la sua figura è in grado di trasmettere a prescindere dall’appartenenza politica di ognuno di noi.Nella fase storica che stiamo vivendo è forte la necessità di una riscoperta dell’Etica, al centro dell’interesse di chi amministra e governa.Mai come ora, alla Politica i cittadini chiedono rigore e serietà, onestà ed equilibrio: qualità che Martinazzoli ha saputo dimostrare, dal punto di vista umano e in tutte le circostanze in cui a vario titolo ha ricoperto incarichi di responsabilità all’interno delle Istituzioni e negli organismi politici.La sua lungimiranza lo ha portato a saper gestire una fase delicata e complessa: ultimo segretario della DC, ha guidato la difficile fase post-Tangentopoli e il traghettamento del partito fino alla nascita del Ppi.Esponente della migliore tradizione del cattolicesimo lombardo che tanto ha dato alla civiltà politica dell’Italia, Martinazzoli ha insegnato ai cattolici impegnati nella gestione della cosa pubblica la differenza tra moderazione (auspicabile) e moderatismo (deteriore e da respingere), convinto - come era - che l’ideale cristiano portato nell’agone politico dovesse conservare la sua forza innovatrice, radicale e rivoluzionaria.Ai democristiani di tendenza conservatrice che lo accusarono di non aver compreso per tempo il fenomeno del berlusconismo un giorno rispose: “lo avevo compreso benissimo, ma era troppo distante da me”. Senza apparire antiberlusconiano nel senso strumentale del termine, Mino Martinazzoli era agli antipodi del berlusconismo, sotto molteplici aspetti: umanamente, culturalmente, politicamente ed eticamente.Se ne va un galantuomo, una persona profondamente per bene; la ricchezza che ci ha lasciato è racchiusa nella sua testimonianza di un impegno civile disinteressato e un forte senso dello Stato.Il Partito Democratico deve molto a Martinazzoli. Se ad un certo punto della vita politica è stato possibile compiere il sogno dei nostri padri, cioè riunire sotto la stessa bandiera le due tradizioni politiche popolari che hanno fatto grande il nostro Paese, lo si deve anche a quest’uomo, schivo ma fermissimo nelle sue convinzioni e nei suoi ideali.
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