Rubriche/Lettere
Mercoledì 21 Novembre 2012
Mi hai insegnato a stare in mezzo alla gente, grazie Sandro
Quando sono arrivata a Lodi mi hanno affiancato a te, il vigile anziano (per competenza naturalmente), per aiutarmi a muovere i primi passi nella città. Arrivavo da Milano città molto grande, il mio compito a Milano era legato alla viabilità, ma a Lodi era diverso, i rapporti con il cittadino, con la gente comune riempivano le nostre giornate; le storie delle persone comuni, le loro difficoltà, talvolta i pettegolezzi ci accompagnavano nella Piazza di Lodi, in corso Vittorio Emanuele. E poi il servizio allo stadio: ho ancora quella bellissima foto in bianco e nero che ci ritrae vicino alla rete (guarda che coppia scherzosamente dicevi) e gli incontri con gli artisti lodigiani da Vanelli a Manca, e poi un saluto all’amico pasticcere anche lui di Secugnago che allora lavorava in un locale del centro.
Mi hai insegnato a stare in mezzo alla gente, a sorridere anche quando avresti proprio voluto fare altro ad essere al servizio del cittadino.
Le nostre strade poi si sono divise, io ho fatto altro ma la nostra amicizia e complicità non sono mai mancate (siano tutte e due della Bassa dicevi). Ti ho incontrato in corso Roma dopo la pubblicazione sul Cittadino di un tuo articolo in dialetto lodigiano circa alla tua malattia. Mi ero proprio commossa nel leggere come avevi in un certo qual modo esorcizzato «el mal brutt».
«lo sono più forte», dicevi e ci credevi davvero. Martedì quando sono venuta a salutarti pensavo fosse l’ultima occasione per poterti incontrare, ma non è così perché caro «vigile anziano» sei parte della mia storia e per questo e per quello che mi hai trasmesso ti devo molta riconoscenza.
Grazie Sandro.
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