Mi auguro che in famiglia non abbia il “cancro” del gioco

Caro Direttore, mi permetto di mandarLe questo messaggio per rispondere al signor Paolo Orlandi, che minimizzava sul giornale di fine anno, il pericolo del gioco anche nella nostra diocesi. Diceva: «I lodigiani hanno la testa sulle spalle». Ne siamo tutti orgogliosi se così fosse. Penso che il signor Paolo ha solo la preoccupazione dell’incasso e di tirare in alto i conti della sua attività, vista la crisi. Di ciò che succede nelle mura domestiche gliene importa poco. Gli auguro che nella sua famiglia non ci sia «un cancro del gioco». Sono un Sacerdote e provo a stare a contatto della gente e Le posso assicurare la distruzione crescente di questo vizio nelle nostre famiglie è preoccupante. Ci sono più donne casalinghe... Altro che non c’è da preoccuparsi!

È un vizio che deve essere classificata tra le malattie moderne che mette in ginocchio la nostra gente, famiglie e ragazzi. Guadagnare facile è una tentazione da curare. Mi sono confrontato con altre persone della mia parrocchia e questo messaggio della lettera è largamente condiviso. Non posso mettere la firma di tutti. Grazie di cuore a tutte le persone che difendono la serenità delle loro famiglie.

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