Mantenere la Villa Braila è certamente meno dispendioso

che doverla risanare

Caro direttore, spesso molti lodigiani, per far giocare i bambini o per trascorrere più semplicemente parte della giornata immersi in un contento gradevole e naturale si recano al parco di Villa Braila. Il parco nel suo complesso costituisce un cadeau, diciamo che è come una bomboniera immersa nel tessuto urbano. Ciò premesso, il primo sabato di ottobre, abbiamo organizzato all’interno del parco un gazebo insieme a Lorenzo Maggi, allo scopo di incontrare una buona rappresentanza della popolazione per censire problemi, idee e iniziative del territorio lodigiano, in particolare modo della città di Lodi e dei servizi che dall’amministrazione comunale dipendono. All’interno del parco, che si presenta ammiccando l’interesse dell’avventore, non mancano tuttavia delle aree di intervento.

Mantenere una struttura è certamente meno dispendioso che risanarla ed è qui che le amministrazioni degli ultimi anni sono state carenti. In primo luogo le essenze arboree necessitano di una cura attenta, almeno in quelle che sono le attività basilari. Molte sono le piante i cui rami crescono e mancano di una potatura volta non al semplice taglio del ramo ma a un taglio che non soffochi le piante e che impedisca il proliferare di parassiti a pochi metri da terra, come invece avviene e si vede nel percorso a filari paralleli dell’ingresso. Per tutto l’anno poi è mancata la cura delle piante monumentali, anzi queste hanno subito una potatura pochi giorni fa, come testimoniato dal Cittadino, e nella stagione estiva. In merito preferisco non commentare.

Il laghetto è abbandonato alla sola cura dei volontari per l’approvvigionamento d’acqua poiché l’amministrazione ha interrotto il flusso della fontanella che costantemente alimentava il ricambio d’acqua mantenendo il livello costante. La carenza di acqua, il fondale del laghetto ricoperto di materiale putrido, la presenza di alcuni topi o ricci che avvelenati sono morti nel laghetto cui si recavano per bere, sono elementi che hanno contribuito alla moria dei pesci. Questi ultimi sono talmente ridotti rispetto allo scorso anno che possiamo dire quasi del tutto assenti. I giochi per i bambini andrebbero aumentati nel numero e realizzati come il buon senso consiglia in materiali a lento decadimento, tanto per la conservazione degli stessi quanto per la sicurezza dei bambini.

Nel percorso all’interno del parco ci imbattiamo nella storica villa padronale adibita in parte ad ospitare gli uffici del Consorzio per i Servizi alla Persona, al primo e al secondo piano, e al piano terra la sala di lettura e studio. La sala a disposizione degli studenti è carente di pulizia, di manutenzione dei pavimenti in parquet che sono completamente asciutti, secchi e con alcune liste che iniziano a separarsi e a staccarsi.

Il servizio wifi funziona in maniera intermittente e i locali nonostante, siano immersi nel verde, in estate sono dei veri e propri forni, tanto che sono presenti dei ventilatori di fortuna insufficienti allo scopo. Girando intorno alla villa si notano edere e cespugli di rampicanti che se venissero curati non costituirebbero un problema. Non possono poi non saltare all’occhio le numerose tapparelle rotte che non si possono alzare e che rendono necessario l’utilizzo perenne della luce elettrica.

Non bisogna trascurare poi il fatto che i frequentatori del parco sono spesso e costantemente infastiditi dalle zanzare nei confronti delle quali bastava una disinfestazione adeguata al fine di incentivare e rendere sempre più gradevole la fruizione del parco. Tante cose piccole e grandi che sono state trascurate dagli amministratori che si sono negli anni succeduti, il tutto a dimostrazione di una scarsa attenzione tanto ai piccoli quanto ai più grandi problemi della nostra città.

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