Ma la verità è che all’Arci le slot restano al loro posto

Caro direttore, ho letto la lettera del Direttivo del Circolo Arci di Lodi in replica alle mie dichiarazioni in Consiglio Comunale riguardo all’ipocrisia della sinistra lodigiana in tema di contrasto al gioco d’azzardo. I suoi rappresentanti istituzionali, infatti, additano al pubblico ludibrio le “slot”, considerandole attività “immorali” che danneggiano economicamente molte persone e creano una vera dipendenza psicologica, salvo poi non dire nulla nei confronti dei circoli Arci del lodigiano che hanno nelle proprie sedi queste apparecchi “rovina-famiglie”. Per completezza di informazione riporto il mio virgolettato: “Non ho sentito dire da nessuno di togliere le macchinette dai circoli Arci”. Come si vede, non ho fatto nessuna confusione tra PD e queste associazioni, ma semplicemente un richiamo ai molti consiglieri e assessori del centrosinistra che frequentano e sono iscritti al circolo di Lodi a prendere posizione pubblicamente riguardo la rimozione di queste slot. Trovo però francamente ridicolo negare l’evidenza della “vicinanza” del Circolo Arci Ghezzi al Partito Democratico. Basterebbe leggere il testo dei post presenti sulla loro pagina facebook: 5 maggio 2013 “Il consiglio del circolo Arci Ghezzi invita tutti i soci nel sostenere il nostro segretario del circolo Garbarini Gian Luigi in lista per il candidato sindaco Simone Uggetti nelle liste del Partito democratico come consigliere comunale”; 18 maggio 2013 “Il consiglio del circolo Arci Ghezzi invita tutti i soci a votare Garbarini Gianluigi (segretario del circolo) alle elezioni amministrative del 26 & 27 maggio come consigliere comunale, in appoggio del candidato sindaco Simone Uggetti”. Oltre a notare che dai due post non si capisce il vero nome di battesimo dell’ex consigliere Garbarini (Gian Luigi o Gianluigi?), lascio ai lettori il giudizio sulla reale indipendenza di un’associazione il cui direttivo invita esplicitamente a votare un candidato consigliere e un candidato sindaco in occasione delle elezioni comunali.Al di là di questo, gli autori della lettera tacciono su un fatto fondamentale: la rimozione dalla sede del Circolo Arci Ghezzi della vituperata slot machine tuttora presente, nonostante la polemica sollevata da alcuni loro iscritti ben due anni fa. Per rinfrescare la memoria, riporto alcune dichiarazioni pubbliche della Presidente Bruna Soresina:a. Comunicato ufficiale del Consiglio Direttivo del Circolo Arci Ghezzi Lodi, 10 ottobre 2013: “Abbiamo deciso di diventare il primo locale di Lodi che toglie le slot machines dai propri locali. Una decisione che abbiamo assunto all’unanimità all’interno del Direttivo del Ghezzi e che ci vedrà impegnati, entro il termine del contratto con il fornitore previsto per il 2014, a eliminare definitivamente le slot dai locali del Circolo Arci di Lodi”;b. Il Giorno, 11 ottobre 2013: “Dovremo onorare il contratto con il fornitore firmato sino a fine 2014, ma speriamo di riuscire a far uscire le slot dal nostro locale anche prima”;c. Il Cittadino, 19 febbraio 2014: “Stiamo vedendo concretamente come fare, nell’immediato. Se la burocrazia ci impedisce di intervenire subito, quando scade il contratto, a luglio, rinunceremo al rinnovo”.Al netto di capire la reale scadenza di quel contratto (luglio 2014 o fine 2014?), siamo a ottobre 2015, la slot è ancora presente nel locale e devo perciò desumere che ci sia stato il rinnovo. Faccio però sommessamente notare che questo rinnovo sarebbe stato impossibile se il Regolamento in discussione fosse stato approvato entro il 2014 (ma guarda un po’ le coincidenze…).Mi rivolgo infine direttamente agli autori della lettera: mi spiace davvero che il direttivo di un’associazione culturale come la vostra abbia manifestato pubblicamente una certa ignoranza politica, nel senso di non conoscenza. Nella lettera infatti mi attribuite l’autodefinizione di “liberal” che nel mondo anglosassone caratterizza in generale i progressisti, come potete verificare su qualsiasi dizionario. Proprio su questi temi i “liberal”, a differenza dei liberali come me, hanno una visione tipicamente paternalistica, pensando che lo Stato e gli enti pubblici in generale debbano scoraggiare le scelte degli individui considerate “dannose”, anche quando gli unici danneggiati sono i soggetti le che compiono. Per un’associazione come la vostra, non conoscere la differenza tra “liberal” e “liberale” è piuttosto grave. Sono quindi disponibile a contribuire a colmare questa vostra lacuna, magari all’aperitivo a cui mi avete invitato: la mia mail la trovate qui sotto e il mio cellulare ce l’hanno molti dei vostri iscritti.

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