Ma i tecnici se non sono all’altezza fanno solo danni

Egregio architetto Tadi, qualche tempo dopo il suo insediamento in municipio io, suo concittadino, venni a trovarla nel suo ufficio dopo aver parlato invano con un geometra suo subalterno ai lavori pubblici. Dopo aver espresso le mie opinioni sulle malefatte “opere” eseguite in città: i rappezzi dell’acciottolato in piazza Vittoria, l’assenza di cubetti di porfido nelle vie principali della città e di questo problema ho dato anche la soluzione senza spendere un patrimonio, ho parlato del marciapiedi di fronte all’ufficio anagrafe di piazza Mercato, quest’ultimo, ridotto in condizioni vergognose.Se fossi sindaco della città mi vergognerei della brillante idea di collocare trappole per cittadini, le gigantesche chiavi portabiciclette in vari punti della città, queste ultime erano molto pericolose per vecchietti e non vedenti, anche in questo caso mi ricordo di essere intervenuto presso l’ufficio preposto e la risposta è stata: sono stati studiati così e così rimangono. Al che mi sono chiesto se per caso questa gente non fossero i nipoti dei vandali che distrussero Roma nel 400. Ma i capitolati per l’eseguire questi lavori chi li scrive? Non sono tanti anni che è stato finito il secondo tratto del Passeggio, quello che va dal Belfagor a Porta Cremona, la pista ciclabile è stata già rifatta, quindi la prima esecuzione era fatta male, secondo se c’è un luogo dove non doveva essere usato graniglia di frantoio è proprio sul passeggio dove scorrazzano bambini, cadere dalla bici su quel tappeto di graniglia non è il massimo ma, mi domando io, a chi vengono queste idee? Mi piacerebbe conoscere questa persona che scrive il capitolato e che destina il lavoro, darlo a una ditta edile ad un minor prezzo (apparente) non serve a nulla se non si rispettano poi le specifiche.Rifare l’acciottolato senza rispettare i metodi usati 300-400 anni fa non serve a nulla, fra qualche anno saremo daccapo quindi altra spesa. Capisco che l’impresa che prende l’appalto dei lavori non ha molto interesse a eseguire un determinato lavoro complicandosi la vita, molto probabilmente si è aggiudicato l’appalto per il basso prezzo e se vuol stare in piedi deve fare presto, ma noi chi siamo? Non è forse danaro nostro quello con cui si pagano gli interventi? Allora la persona che decide non deve per caso rispondere se qualcosa va male? Come funziona l’amministrazione pubblica? Nella posa dei sassi non si è mai usato il cemento, solo sabbia e sassi, i sassi nuovi non hanno la parte superiore spianata, ci sono voluti secoli per renderli accettabili sotto le suole delle nostre scarpe, quando hanno fatto la piazza la maggior parte della gente usavano gli zoccoli o scarponi pesanti, quindi è necessario adeguare il sasso nuovo al consumo di quello vecchio, che fare?Solitamente un rappezzo è limitato ad un quarto di metro quadro, si usa un disco diamantato e si taglia la parte superiore del sasso prima della posa, coìs e solo così si potrà dire di aver fatto un lavoro a regola d’arte. A proposito di arte, e i signori della sovrintendenza alle belle arti come hanno potuto permettere che si usasse il cemento in questo contesto?A volte sono così capricciosi da importi un certo tipo di tegola che per accorgerti che non è la stessa di prima devi sorvolare in elicottero la zona, per poi commettere un errore di questo genere, a cosa servono questi signori se poi alla fine scopri che non sono preparati tecnicamente? Non sanno, per caso, che il lavoro fatto in Piazza Mercato e Piazza San Francesco è destinato a sgretolarsi? Il cemento con la sabbia non va usato per la posa dei sassi. Ci sono valide ragioni tecniche da rispettare. La sabbia legata al cemento inibisce al terreno l’assorbimento dell’acqua piovana e d’inverno quella poca acqua che entrerà nelle piccole fessure, gelando per il freddo, sgretolerà l’impasto e in pochi anni uscirà dalla sede ed i sassi incominceranno a muoversi e ad uscire.Saremo daccapo. I tecnici del Comune o privati che siano se non sono all’altezza creano solo danni, e purtroppo l’Italia è piena di questi signori.

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