Ma il governo tiene i piedi in due scarpe

Con la soppressione delle provincie sotto i 300.000 abitanti, non si è risolto un granché. Il problema di fondo rimane, per i poteri che hanno le province, rimangono enti inutili, anche sopra al milione. Questo governo si deve decidere da che parte vuole portare la nazione e scegliere quale livello di potere eliminare, gli attuali quattro (comune, provincia, regione e stato), contribuiscono a un immensa macchina burocratica inefficiente.

Io personalmente non credo che questo governo un giorno riuscirà a rendere l’Italia uno stato federale. La Lega, nonostante le buffonate quotidiane, ha un istinto federale, ma dall’altra parte il Pdl ha un istinto più che centralista. Non mi immagino Berlusconi che divide il proprio potere con i governatori regionali, ha sempre affermato il contrario, quelli attuali non li bastano, ne vuole di più.

Se si vuole riprogettare lo stato in un ottica federale i tre livelli di potere: comune, regione e stato; sarebbero sufficienti. Se si vuole tornare al vecchio centralismo, ha rimetterci sarebbero le regioni, il cui potere sarebbe inutile. Ad oggi l’Italia è sia federale che centralizzata, non solo una macchina burocratica inefficiente ma vittima di un clientelismo che provoca solo danni.

Questa decisione non rende felice nessuno, anzi, scontenta tutti. Le provincie più piccole si vedono accorpate a quelle più grandi, magari per il solo difetto di essere poco popolose. Il governo si deve decidere o elimina tutte le provincie o tutte le regioni. Quattro livelli di potere, non solo non ce li possiamo economicamente permette, ma alla lunga si sono rivelati dannosi per lo sviluppo della patria.

Come al solito il governo tiene il piede in due scarpe, da una parte non vuole scontentare la Lega con i suoi sogni di ricreare una nuova Repubblica Sociale Italiana, dalla altra non scontenta Berlusconi con i suoi sogni dittatoriali.

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