L’unica domanda è: «Cosa farebbe Cristo al nostro posto?»

Il Consiglio Pastorale della Parrocchia di San Biagio in Codogno ha affrontato, nel corso della seduta dello scorso 24 giugno, il tema dell’accoglienza degli immigranti che sbarcano nel nostro Paese.Quale è l’atteggiamento che un cristiano e tutta la comunità cristiana devono tenere di fronte a persone che abbandonano il loro Paese perché colpito da guerre, carestie e dove il futuro delle loro vite e delle loro famiglie è di fatto più che precario, inesistente? L’unica domanda da porsi, ancora una volta, è: cosa farebbe Cristo al nostro posto? Trovando nella risposta data l’inequivocabile riferimento del nostro agire. In questo caso la risposta è espressamente riferita dai Vangeli e posta addirittura come fondamento della benedizione del Padre “… perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25, 31 ss). Dopo avere individuato il perché accogliere, è giusto porsi le domande circa il dove, il come e con quale sicurezza farlo, senza lasciarci confondere da campagne informative fuorvianti ed a volte interessate. Alcuni dati contribuiscono a disegnare il contorno del fenomeno. Dalla stampa apprendiamo che nel 2013 l’Italia ha accolto 78 mila rifugiati (contro 223 mila della Francia, 188 mila della Germania, 126 mila del Regno Unito, 114 mila della Svezia che ha un sesto degli abitanti dell’Italia). Nel 2014 le richieste di asilo nella UE sono state 636 mila (203 mila in Germania, solo 64 mila in Italia). Quest’anno – fino ad oggi - gli sbarchi nel nostro Paese sono stati 54 mila.Certamente ci sono povertà anche nella nostra comunità parrocchiale che non vengono dimenticate e che si cerca di accompagnare. La Casa della carità parrocchiale con le associazioni in essa operanti, distribuisce costantemente indumenti, di borse di cibo settimanali, e aiuti economici anche grazie al contributo di due Fondazione cittadine. Il fondo Famiglie in Rete per le famiglie in difficoltà a causa della crisi economica e della disoccupazione ad oggi ha raccolto e distribuito all’incirca € 120.000. In queste povertà anche il rifugiato ha il suo posto. La nostra comunità ha concluso il periodo di accoglienza di tre rifugiati – dei quali uno è andato oltre confine - e si appresta ad accogliere una coppia per un totale di quatto persone ospitate. Quattro rifugiati in una città di 15 mila abitanti! La dignità nell’accoglienza viene garantita da volontari che si fanno carico di quanto serve e che costituiscono, in mezzo a vicende nazionali a volte negative, una esemplarità nell’accogliere persone che portano su di sé tante e diverse povertà. La certezza quindi è che i muri, materiali o psicologici, nella storia hanno sempre impedito alla generosità, alla creatività ed alla capacità organizzativa di trovare soluzioni che non mortifichino l’umanità intera, sia essa la parte portatrice di un bisogno oppure la parte che potrebbe permettersi un aiuto.

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