L’ennesima offesa al centro storico, invito i cittadini alla mobilitazione

Più volte, negli ultimi anni, osservando le capillari offese inferte al centro storico di Lodi sono stato sollecitato a scrivere queste righe ma, un senso di impotenza nei confronti di un sistema chiaramente malato, mi ha sempre trattenuto dal farlo. Non ho scritto una riga quando le fioriere a palla hanno invaso le vie del cuore antico della città di Bassiano, non ho scritto e non scrivo mai quando tolti i ponteggi dalle varie ristrutturazioni del centro, artistici balconi vengono sostituiti con tristi riproduzioni in stile, quando antichi portali lasciano il posto al cemento, quando gli abbaini sporgono dai tetti inquinando irreparabilmente un identità edilizia lombarda in cui l’abbaino non è previsto e non è elemento storicizzato. Neppure davanti a imbarazzanti situazioni, come lo stato pietoso in cui versa l’interno della chiesa di San Filippo Neri (esempio del più raffinato gusto rocailles europeo), non ho scritto una riga ma ora, sollecitato dalla visione dell’ennesimo obbrobrio, questa esternazione diventa per me cogente. A “costringermi” a stendere questa manciata di righe a denuncia di una costante distruzione del centro di Lodi è aver osservato nello scorso fine settimana la nuova facciata dell’ex cinema Marzani in via Fissiraga. Invito tutti ad andare a vedere con i propri occhi ciò che è stato edificato. Una grande cornice rossa incornicia un lungo fronte monotono che solo lontanamente richiama, con la scansione ritmica delle aperture, la vecchia facciata del cinema. Ricordo tristemente, per far posto all’attuale complesso residenziale, l’ abbattimento delle antiche vestigia che ancora sopravvivevano della chiesa che per secoli aveva trovato luogo dove era il cinema. Le volte, alcuni cornicioni in stucco e perfino alcune finestre erano sopravvissute alla trasformazione del luogo sacro in cinema. Erano elementi che dovevano, dalle autorità competenti, essere non solo tutelate ma valorizzate anche in un ragionato progetto di conversione abitativa del luogo. Beh, più facile abbattere è certo. Il danno ormai era perpetrato ma a seguito delle proteste di alcuni cittadini ritornano chiare alla mente le promesse che, almeno la facciata del cinema (certo non un architettura nobile ma di un sano impianto razionalista ormai abbracciato dalle maglie del tempo) sarebbe stata ricostruita com’era, dov’era. La promessa è rimasta chiaramente in bocca a chi a suo tempo l’aveva fatta. Rimango stupito nel constatare l’arretramento culturale di chi dovrebbe valutare l’opportunità di questo tipo di interventi in contesti delicati come i centri storici italiani. Interventi così marcatamente contemporanei possono essere faticosamente tollerati in centri di grandi città dove la vastità del centro determina la possibilità, per altro discutibile, di certi azzardi architettonici. Un’ultima considerazione. L’attuale nuovo edificio di via Fissiraga prevede una galleria interna per dar spazio ai negozi. Mi fa tenerezza pensare che alcuni possano ancora credere che questi tipi di interventi possano essere all’avanguardia (mentre sono così anni ‘70/’80) e qualificanti. È ormai appurato che sono luoghi destinati allo squallore e i fallimentari esempi in territorio lombardo si sprecano: da Sondrio a Cremona. Invito di cuore i cittadini di Lodi, i sensibili esponenti del FAI locale e del Touring Club a mobilitarsi coralmente contro queste barbarie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA