Le nostre case di riposo, diventate ospedali della terza età

Sul Cittadino di venerdì 27 luglio ho trovato una lettera a firma delle RSU di Santa Chiara a commento di un mio articolo apparso sul numero del precedente sabato.Al solo fine di riportare i fatti nelle loro reali dimensioni, mi siano consentite alcune precisazioni: non era mia intenzione creare allarmismo. Come gli estensori della lettera dovrebbero sapere, il titolo di un pezzo giornalistico è fatto dalla redazione e non dall’estensore dello stesso. Prova ne sia che l’articolo pubblicato integralmente da me su un social network ha per titolo “Il futuro prossimo di Santa Chiara”. Aggiungo poi che l’impegno profuso in questi anni d’intesa con il Consiglio di Amministrazione e con la Direzione Generale, per assicurare una sempre maggiore qualificazione dell’Azienda, dovrebbe essere sufficiente a far fugare ogni dubbio che il suo Presidente voglia creare dell’inutile allarmismo.Se non avessi ricevuto numerosissimi commenti sul citato articolo, taluni di piena condivisione, altri di richiesta di specifici chiarimenti, nessuno di contrarietà, mi sarebbe sorto il dubbio di non essere stato sufficientemente chiaro nella mia esposizione, ma così non è.Mi sono limitato, in quanto richiesto, ad illustrare possibili futuri scenari dell’Azienda che, piaccia o non piaccia ai firmatari, dipendono da Leggi Regionali entrate recentemente in vigore e sulle quali gli organi competenti sono chiamati a pronunciarsi. Essendo l’attuale assetto istituzionale di Santa Chiara definito sulla base di uno specifico pronunciamento del Comune di Lodi del 2003, ecco il mio conseguente appello perchè venga affrontata tempestivamente la questione e adottata una decisione alla quale il Consiglio di Amministrazione di Santa Chiara si atterrà. D’altra parte le centinaia di firme raccolte in pochi giorni dal Centro Tutela dei Diritti degli Anziani su questa problematica, dovrebbero far capire che il problema è chiaramente all’attenzione dell’opinione pubblica cittadina e non è patrimonio di una ristretta cerchia di persone e tutti hanno pieno titolo di esprimersi sull’argomento.Da ultimo una risposta in chiave personale alla conclusione della lettera delle Rsu (in cauda venenum, dicevano i latini). “ …riteniamo sia soprattutto a rischio il futuro di chi amministra”. Per quel che mi riguarda è un’affermazione ridicola. I firmatari dovrebbero infatti sapere che la normativa comunale non consente l’effettuazione di più di due mandati consecutivi nello stesso Ente, e questo (che scadrà nella primavera del 2014) per me è il secondo. Quindi... lascio a loro il compito di trarne le dovute considerazioni. Senza preoccupazione alcuna da parte mia.La mia conclusione, amara e delusa nel contempo, sta nel constatare come ogni presa di posizione, ancorchè chiara e lineare, non debba mai essere accettata come tale, ma ci si debba comunque esercitare, come nella miglior tradizione italica, nella ricerca di un presunto secondo fine che, posso assicurare, almeno in questa vicenda, assolutamente non esiste. Almeno per me.

Sono l’autore del titolo dato all’intervento del presidente Bertoli e francamente lo rifarei tale e quale. Sono molto preoccupato per il futuro di un ente che rischia di mutare radicalmente gestione e indirizzo: mi meraviglio che non lo siano anche altri lodigiani, in primis coloro che hanno finora designato il consiglio d’amministrazione di “Santa Chiara”.Le case di riposo del Lodigiano in pochi anni si sono trasformate in veri ospedali della terza età, e buona parte di queste fornisce un servizio eccellente (altrove, in tante altre realtà d’Italia a noi vicine, non è così...). Il merito è sicuramente del personale che in esse lavora, con impegno e con passione.Ma è anche di chi amministra e ha amministrato queste case di riposo, con serietà e competenza. Ancora vent’anni fa a Lodi circolava un detto (“A Santa Ciara minestra rara”) che forniva uno spaccato della situazione in cui si dibatteva “l’ospizio” cittadino. Oggi non è più così: e lo dobbiamo anche a tutti coloro che in questi anni hanno guidato la Casa di riposo di Lodi. Mi auguro solo che con i manager esterni la situazione non peggiori.

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