Rubriche/Lettere
Giovedì 28 Novembre 2013
L’accorpamento dell’Aler di Lodi a quella di Pavia non è una vittoria
Quella approvata oggi (mercoledì 27 novembre, ndr) è una riforma che garantisce un forte risparmio di diversi milioni di euro l’anno sui bilanci dell’Aler, snellisce la governance del patrimonio immobiliare lombardo e individua precisi criteri di competenza per coloro che nel ruolo di presidente e direttore generale andranno a gestire ogni singola realtà. Abbiamo dato un segnale chiaro tagliando 144 poltrone, riducendo da sette componenti a uno per ogni Aler gli amministratori e passando da 13 Aler a 5, un numero adeguato a garantire comunque un sufficiente controllo a livello territoriale, come nel caso di Lodi, che insieme a Pavia rappresenta un’area omogenea. Non solo, abbiamo creato dei comitati territoriali composti da sindaci senza rimborsi economici e più unità operative gestionali all’interno di ogni area per assicurare un’ampia condivisione delle scelte che verranno assunte dai manager ma anche una cura del patrimonio puntuale e funzionale. Si tratta di un passaggio fondamentale per arrivare a una radicale riforma della casa che intendiamo concretizzare nei prossimi mesi. È una applicazione concreta di quel nuovo passo che i cittadini chiedono alla politica.
Claudio Pedrazzini, consigliere regionale di Forza Italia
Quale affinità possa esserci tra Lodi e Pavia (“...un’area omogenea“!?) dal punto di vista culturale, storico, socio-economico e identitario nessuno è mai riuscito a spiegarmelo. Mi auguro che prima o poi qualche profondo conoscitore dei due territori sia in grado di farlo. Un lodigiano non dovrebbe mai gioire di un simile accorpamento (che è in realtà, a conti fatti, sarà un’incorporazione), perché - aldilà dei risparmi e dei doverosi tagli di poltrone - il nostro territorio ne risulterà certamente impoverito. Per il Lodigiano l’aver unito l’Aler di Lodi a Pavia non può essere inteso come una vittoria. Mi auguro che i lodigiani che in Regione Lombardia siedono nelle prestigiose stanze dei bottoni (penso agli eletti ma anche ai non eletti) dimostrino concretamente il proprio attaccamento a questa terra. Le ulteriori proposte di incorporazione delle aziende pubbliche e delle realtà istituzionali del Lodigiano ad altri territori lombardi non devono essere lasciate passare a cuor leggero. Tantomeno si può leggere in termine esaltanti queste deliberazioni: ci auguriamo che l’unificazione dell’Aler di Lodi a Pavia non sia seguita da decisioni similari per le Aziende Ospedaliere, come peraltro è già stato sciaguratamente prospettato. La difesa e la promozione del Lodigiano (per le quali si sono spesi, negli ultimi cinquant’anni, decine di stimati sindaci della nostra terra) non passano certamente da questa strada. E il nostro giornale, che di questoterritorio è una delle istituzioni, non accetterà supinamente ulteriori decisioni calate dall’alto.
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