L’accanimento contro i locali e i giovani non ha senso

Ragazzini cafoni imbrattano i muri delle case... è colpa del pub? Altri si siedono sui marciapiedi e dai loro zainetti estraggono bottiglie comprate al supermercato o sottratte direttamente alla cantina di casa (e chissà se a casa se ne sono mai accorti), davanti al pub passano, certo, ma il più delle volte nemmeno entrano... e allora è colpa del pub? Alcune automobili passano veloci tra le strade del quartiere, magari anche due, tre, quattro vie al di là del pub...eppure è colpa lo stesso del pub? Io, in quel pub che “rovina la quiete” del Signor Tosi, lavoro quasi tutte le sere, ed è per questo che mi sento chiamata a puntualizzare su quella che è stata definita addirittura una “drammatica situazione”. Non nego che a volte siano successi eventi spiacevoli, io stessa ho ritrovato la mia macchina rovinata, ma dovrei allora agitare il dito davanti ai miei datori di lavoro accusandoli di essere promotori di atti vandalici o forse avrebbe più senso far pagar e i danni e dare una lavata di capo all’autore del gesto? Se a fine serata insieme ai miei colleghi capita di raccogliere (perché, contrariamente a quanto è stato scritto, puliamo, eccome se puliamo) bombolette spray e bottiglie non vendute nel locale, evidentemente le intenzioni in questi ragazzi erano chiare ben prima di raggiungere il pub. Non è questione di locali o di orari, se è la testa la prima cosa a non funzionare, la maleducazione e la mancanza di rispetto non si circoscrivono in zone o fasce orarie, perché chi ne è provvisto se le porta dietro ovunque vada. Quindi no, non è colpa del pub, il problema è a monte. Chi lavora in quel pub può riprendere, allontanare, magari provare a far ragionare questi ragazzi, non “lascia correre incurante di quanto succede”, ma non può essere ovunque. Lavoro al Wellington da quasi cinque anni, di ragazzi entrare ne ho visti a centinaia e posso assicurare che quelli di cui si ci è lamentati sono una sparuta minoranza: c’è chi ci capita per caso, per il piacere di una birra; c’ è chi è sicuro di trovare riservate due risate e quattro chiacchiere; c’è chi viene tutte le sere al punto tale di sentirlo come una casa; c’è bella gente e ce n’è tanta. Un pub non si addice a un quartiere residenziale? Beh, se si vuol far di quel quartiere un quartiere dormitorio, allora no, non si addice. Ma se si vuole che quel quartiere, e di riflesso la città, sia viva e giovane (e non intendo in termini anagrafici), accanirsi contro i locali non ha alcun senso. Signor Tosi provi a conoscere i “giovani d’oggi”, non sono tutti come li ha descritti lei, una sera faccia due passi fino al pub, non c’è limite d’età, una birra gliela offro io.

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