La vendita è stata essenziale per poter centrare il patto

Posso comprendere il dispiacere di Eugenio Cerri per la vendita dell’edificio di proprietà comunale che ha ospitato in questi anni il Centro Civico dell’Olmo, ma vorrei invitarlo a considerare serenamente le motivazioni che hanno portato l’amministrazione a compiere questa scelta, che ha contribuito a tutelare l’interesse di tutta la città.

La vendita di questo immobile, così come dei numerosi altri che negli ultimi anni sono stati ceduti a privati, è stata infatti essenziale (come ricorda lo stesso Cerri) per rispettare gli obiettivi del Patto di Stabilità; al di là dei tecnicismi finanziari che regolano questo penalizzante strumento, imposto dallo Stato per costringere gli enti locali a creare una provvista di risorse che serve a compensare i deficit regolarmente creati a livello centrale, raggiungere questo risultato è di importanza fondamentale, perché in caso contrario le conseguenze per l’amministrazione e per la nostra comunità sarebbero pesantissime. Non si tratta soltanto di avere «i conti in ordine» (quelli del Comune di Lodi lo sono sempre stati, con bilanci puntualmente chiusi con avanzi frutto di risparmi sulla spesa corrente), ma di creare ogni anno un surplus tra le entrate e le spese di cassa, in particolare per quanto riguarda gli investimenti. In termini il più possibile semplici: nel 2012, per spendere (mettiamo) 10 milioni di euro in opere pubbliche, il Comune di Lodi ha dovuto incassarne oltre 13.

Questo consistente saldo positivo di cassa può essere ottenuto solo tramite entrate straordinarie e per un Comune l’unica fonte straordinaria di introiti è la valorizzazione del suo patrimonio immobiliare, come peraltro la legge chiede di fare, prescrivendo che ogni anno gli enti locali approvino insieme al bilancio di previsione un apposito «Piano delle alienazioni». Nella scelta di cosa mettere in vendita entrano in campo molte valutazioni di diverso ordine, principalmente il carattere non essenziale per l’attività del Comune degli immobili da cedere e la loro appetibilità su un mercato già non particolarmente vivace.

A giudizio dell’amministrazione comunale che ho presieduto, l’ex Centro Civico dell’Olmo rispondeva a entrambi questi requisiti, e l’incasso realizzato con la sua vendita ha contribuito a centrare gli obiettivi del Patto ed a scongiurare sanzioni che sarebbero state pesantissime per la città: ulteriore taglio dei trasferimenti statali, blocco delle assunzioni (senza neppure la sostituzione del personale andato in pensione), inasprimento degli obiettivi di saldo dell’anno successivo. In sostanza, la paralisi di ogni progetto di investimento ed una insopportabile zavorra anche per l’attività ordinaria.

Credo quindi che sia valsa la pena di rinunciare all’ex Centro Civico dell’Olmo e confido che Eugenio Cerri possa convenire che l’interesse di tutti sia prevalente su quello, pur legittimo e fondato, di alcuni.

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