La storia non è maestra, sbagliato dedicare una via a Ramelli

Quando al cimitero vado a far visita ai miei genitori, passo davanti alla tomba dove è tumulato Sergio Ramelli. Un particolare casuale, ma significativo. la tomba di Ramelli è contigua ai monumenti eretti a memoria di altre eclatanti violenze che hanno causato vittime umane: i caduti per la resistenza e che, purtroppo, continuano a causarne: i bambini non nati a causa dell’aborto. Fino a qualche tempo fa pensavo che fosse opportuno dedicare una via a Sergio Ramelli, come è stato fatto per Guido Rossa.Fare memoria delle violenze perpetrate ad ogni titolo ed in particolare da sconsiderati militanti di opposte estremistiche formazioni politiche, dovrebbe essere di monito: la violenza non paga, fa solo vittime. Le sceneggiate ed i manifesti abusivi dei «camerati», termine per definire gli attivisti fascisti, di cui il Cittadino ha dato notizia, dimostrano che per loro la storia non è stata maestra. Lo dimostra pure l’apologia del fascismo contenuto nel programma elettorale di una lista presentata a Terranova Passerini. Il fascismo ha causato tanti lutti ed abusi, come quello subito da mio padre che, mentre prestava servizio per la Croce Rossa Italiana (in convenzione internazionale: cosiddetta di Ginevra), è stato con altri 200 militi deportato, per presunto antifascismo, in campo di concentramento nazista, ricevendo il trattamento riservato ai traditori. Pertanto poiché coloro che si qualificano suoi camerati, si servono di Sergio Ramelli per attivare nostalgie fasciste, mi ricredo, sarebbe deleterio dedicargli una via.Cone riporta il Cittadino di ieri 1° maggio ritengo sia veramente necessario attuare la disposizione della Costituzione, la quale all’art. XII delle disposizioni transitorie e finali, sancisce: “È vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”.Sappiano i moderni «camerati» ed il sign. Pedrini, di essere fuori dalla storia e da ogni senso di civiltà.

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