La scelta per la logistica innocenti sta pienamente dentro le regole

l problema del consumo di suolo è così importante ed il professor Pileri è così competente e sensibile al tema che appare fuori luogo assumere la questione del parcheggio della Innocenti Depositi a paradigma di una “via burocratica alla cementificazione”. Sostiene infatti il professor Pileri che il cemento spesso arriva “a piccoli passi”, ed il caso della Innocenti Depositi è senz’altro piccolo: parliamo di 8.000 metri quadrati di terreno incolto, 3.000 dei quali già compresi in fascia di rispetto stradale. Le motivazioni che hanno portato il consiglio comunale di Lodi ad approvarne l’utilizzo a parcheggio per mezzi pesanti sono note: è una scelta reversibile, senza trasformazione d’uso; è una iniziativa funzionale ad agevolare l’attività di una impresa (valore che spero sia condiviso anche dal professo Pileri); è un intervento che risolve un problema di sicurezza stradale; infine, è una soluzione che sta pienamente dentro le regole, non ai margini o tra le righe. Forse, piuttosto che additare la Innocenti Depositi come emblema di una strisciante cementificazione, per valutare le politiche urbanistiche del Comune di Lodi sarebbe più utile e appropriato conoscerne e valutarne le scelte di pianificazione. Partendo da un Prg che con la variante generale del 1989 ipotizzava una crescita della popolazione della città sino a 75.000 abitanti (rispetto ai circa 45.000 attuali ed ai meno di 41.000 della fine degli anni ’90) ed una massiccia urbanizzazione dell’oltre Adda (dopo che tutti i margini di espansione sino alla cerchia della tangenziale erano già stati colmati), il Piano di Governo del Territorio in vigore dal 2011 ha aggiornato a poco più di 50.000 residenti il culmine di crescita demografica, ha ridotto del 40% la capacità edificatoria nell’oltre fiume, ha confermato i limiti esistenti dell’abitato, ha escluso trasformazioni di aree agricole a uso residenziale, ha aumentato la dotazione procapite di aree standard a verde e servizi ed ha vincolato a parco i 500.000 metri quadrati del Pulignano, programmandone l’acquisizione al patrimonio pubblico. Aggiungo che tra il 2005 ed il 2012, in città sono state realizzate nuove aree verdi pubbliche attrezzate per oltre 50.000 metri quadrati. Ha ragione il professor Pileri a ricordare la pesante urbanizzazione subita negli ultimi decenni dal Lodigiano, così come da altre Province lombarde e più in generale da un’ampia fascia del Nord del Paese, poi però bisognerebbe cercare di leggere il fenomeno, situazione per situazione, valutando quali e quante trasformazioni a uso residenziale, produttivo o per infrastrutture. In quest’ottica, non può sorprendere (per esempio) che tra i primi 10 Comuni lodigiani per consumo di suolo agricolo tra il 1999 ed il 2012 ce ne siano 8 attraversati dal tracciato della Tav. Così come si dovrebbe saper prendere atto che i 1.233.010 metri quadrati di suolo agricolo persi da Lodi tra il 1999 ed il 2012 (secondo i dati Istat recentemente pubblicati dal Cittadino) tengono anche conto della nuova tangenziale est (infrastruttura francamente essenziale per la città) e per il resto sono il frutto di scelte urbanistiche del passato, certo non di una serie di 150 “piccoli passi” tipo Innocenti Depositi.

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