La responsabilità di guidare un vero cambiamento di rotta

Egregio Direttore, ho letto l’articolo del dott. Marco Ostoni del 28 marzo intitolato “Verso il voto in un quadro sconfortante”, riferito alla situazione politica di San Giuliano Milanese, a circa un mese e mezzo dal voto amministrativo. Mi hanno colpito la chiarezza con cui viene rappresentato lo scenario frammentato delle varie componenti politiche (basti pensare che i candidati sindaci potrebbero essere nove o dieci!) e soprattutto il giudizio, severo, ma condivisibile, sul fatto che tra le varie forze politiche locali non emerge una proposta positiva per la città e i suoi abitanti. Le vicende degli ultimi due anni, il disastro di Genia, la litigiosità bipartisan di destra e sinistra, fondata su inaccettabili personalismi, hanno davvero messo la città in ginocchio e disilluso tante persone che dalla politica forse non si aspettano più nessuna risposta credibile. Nessuno si lamenta più, come riscontrato anche dal Commissario Iacontini, perché i cittadini non vedono un soggetto politico disposto ad interessarsi a loro seriamente. Eppure, vorrei aprire uno spiraglio di speranza, un moto di ribellione a questo triste quadro cittadino, partendo dalla frase in cui il vostro stimato giornalista dice che occorre “ricominciare a costruire la casa di tutti con l’obiettivo unico del bene comune”. La mia breve ma intensa esperienza di consigliere comunale nella scorsa legislatura, ha fatto maturare in me la convinzione che il bene comune possa essere servito davvero a condizione che le forze positive disponibili nella città trovino un fattore coagulante che si assuma la responsabilità di guidare un processo di vero cambiamento di rotta dalla deriva verso cui le forze della sinistra, che hanno governato San Giuliano per oltre 60 anni, stanno spingendo la città. Per questo motivo ho preso in seria considerazione l’ipotesi di candidarmi come possibile sindaco della città, nelle fila di un PdL che, pur tra mille contraddizioni, rimane il primo partito della città. L’interesse al bene comune e la possibilità che la città ritrovi nuova energia per rilanciarsi mi hanno fatto “rimboccare le maniche” già da qualche mese; insieme ad alcuni amici, coinvolgendo persone che hanno a cuore il bene della città, ho lavorato e lavoro con passione ed entusiasmo, mettendo a disposizione del gruppo dirigente del PdL locale e provinciale un programma per la città, a prescindere se verrò scelto o meno nei prossimi giorni come candidato. La città, come anche la vita politica locale, è preda di un soffocante isolamento in cui colpevolmente è stata ridotta, sia sul piano istituzionale (il nostro comune non ha mai concretamente dialogato con gli enti locali più vicini), sia su quello culturale e sociale, sia su quello economico e produttivo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Come uscirne? Credo che chiunque andrà al governo della città dovrà fare rete: tra le forze politiche responsabili, coinvolgendo i soggetti socio-economici del territorio con azioni concrete, uscendo dall’isolamento attuale. San Giuliano ha la forza e può ritrovare la voglia di riprendersi una dignità invidiabile. Il bene comune può essere uno slogan da usare perché fa effetto; oppure, un obiettivo intorno a cui convogliare energie ed intelligenze, come dice Ostoni. Da subito. Cordiali saluti

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