La politica non si fa aspettando che ti vengano a bussare

Gentile direttore ho letto la lettera firmata dall’assessore Brunetti in cui si parla di nuovo della questione del canile che è stata sollevata alla serata di “Consiglia i consiglieri”, organizzata al quartiere Torretta-San Gualtero dai consiglieri Tadi, Papagni e Zireddu. Un anno fa, sempre nell’ambito della stessa iniziativa, l’argomento aveva sollevato molte discussioni e domande da parte dei cittadini, poi inoltrate all’amministrazione comunale dal consigliere Tadi. Ma ad oggi, secondo l’opinione dell’assessore Brunetti presente all’incontro, non si avverte nessun segnale di discuterne con urgenza. Insomma sembra quasi che la cosa sia caduta nel dimenticatoio e, dopo aver incassato il respingimento del ricorso al Tar promosso da alcuni residenti, sembra che l’amministrazione sia semplicemente andata avanti per la sua strada, sorvolando così sulle istanze e le perplessità espresse a suo tempo. Ora, l’assessore Brunetti ribadisce la disponibilità al dialogo, sottolinea che i cittadini vengono ricevuti tutti i giorni dagli assessori competenti, e afferma che “l’amministrazione comunale è sempre disponibile nei confronti di chiunque, si tratti anche soltanto di una persona”, ma poi sottolinea che alla serata a Torretta “i residenti erano meno di dieci” tra cui “una sola persona interessata ad approfondire il tema del canile”, come se volesse sminuire il valore dell’iniziativa e ciò mi sembra un’evidente contraddizione, visto che ha esordito dicendo che ci deve essere disponibilità nei confronti di tutti. L’amministrazione è disponibile fintanto che sono i cittadini ad andare a interpellare gli assessori per questo o quel problema, ma la politica locale non si fa aspettando che siano i cittadini a bussare alle porte degli uffici comunali: la politica locale ha la sua ragione d’essere nella presenza sul territorio, nell’andare a proporre prima di agire, nel cercare di spiegare l’impatto dei progetti che si vogliono attuare, nel sondare l’opinione pubblica, fosse anche l’opinione di pochi. Perché quei pochi non dovrebbero essere considerati? Allora dobbiamo dare ragione a chi parla di cittadini di “serie a” e cittadini di “serie b”? Dieci persone che discutono con un assessore comunale non sono abbastanza rappresentative? Bisogna per forza muoversi in massa per farsi ascoltare? Quello che molti politici attualmente non capiscono è che il dialogo deve partire da chi governa, sia che si tratti di realtà locale o nazionale: il cittadino non deve ottenere soltanto se chiede, e se non chiede niente allora tutto passa sotto silenzio. E va a finire che chi governa o amministra pensa che laddove c’è silenzio vuol dire che non c’è urgenza.Tutti noi che abbiamo partecipato all’incontro siamo stati ben felici di parlare con l’assessore; ma al di là del fatto che abbiamo riconosciuto la sua disponibilità, io stessa ho ribadito che molto spesso i cittadini non si sentono ascoltati, soprattutto da quando non esistono più i comitati di quartiere che interloquivano con l’amministrazione. Per questo molti si esprimono pubblicamente attraverso la stampa: perché il loro punto di vista su come viene gestito l’interesse pubblico arrivi ad avere la più ampia diffusione possibile e non sia semplicemente limitato ad un incontro a quattr’occhi nell’ufficio di un assessore. Perciò l’assessore Brunetti non si meravigli di avere ricevuto tramite un comunicato stampa la richiesta di un incontro con i cittadini sulla questione del nuovo canile: forse sarà anche vero che “portare la questione sui giornali” non rende l’iniziativa più autorevole e non induce l’amministrazione a cambiare alcunché del suo operato, ma bisogna ammettere che il comunicato ha sortito l’effetto di riportare l’attenzione sull’argomento. Il problema è che quello che viene pubblicato sui mezzi di informazione conta. Conta molto di più di qualsiasi comizio, discorso o promessa elettorale. E anche l’assessore Brunetti ne è consapevole e la sua replica sul «Cittadino» ne è la dimostrazione. Se poi qualcuno si sente “infastidito” dalle opinioni scritte sui giornali o dai comunicati stampa, be’, se ne faccia una ragione. Siamo in democrazia.

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