Rubriche/Lettere
Venerdì 08 Febbraio 2013
La neutralità di fronte a temi ambientali non mi si addice
Il titolo dato all’articolo “Il silenzio di Vivambiente: né favorevoli né contrari (“ Il Cittadino”- 6 febbraio u.s.) non rende giustizia al contenuto dell’articolo stesso e non ne esprime il pensiero. Si prega di rileggere con attenzione per escludere qualsiasi dichiarazione di neutralità. La neutralità di fronte a problematiche ambientali di tale rilievo non si addice davvero alla sottoscritta e neppure all’Associazione che presiede, come si può facilmente dedurre dalle innumerevoli prese di posizione nei confronti di vari attentati all’ambiente. “Dare tempo alla raccolta di tutti i dati utili per costruire un quadro obbiettivo” ( così mi sono espressa) vuol dire intenzione di indagare su una notizia giunta da canali non ufficiali, cercare parametri di valutazione, per conoscere se fosse ancora possibile arrestare il treno prima che partisse a o se si dovesse salire su un treno in corsa, per usare una metafora. Più esplicitamente, se la procedura era già stata attivata o se stazionava in una fase meno formale.
Più volte, in un recente passato, abbiamo tentato di arrestare processi già in atto, senza riuscirci. Per esemplificare, e fuori di metafora, mi riferisco alla centrale di Turano- Bertonico: dopo innumerevoli manifestazioni di piazza, esposizione di lenzuola imbrattate di pulviscolo atmosferico, interruzione della viabilità (abbiamo persino fermato un treno nella stazione ferroviaria di Lodi!) la centrale è stata realizzata, riuscendo soltanto a ottenere mitigazioni ambientali e compensazioni di vario genere. E a zittire definitivamente gli oppositori, con buona pace di tutti.
Altro esempio eclatante è il deposito di fanghi industriali nel territorio comunale di Meleti. Vivambiente si è posta in prima linea, con priorità assoluta nella richiesta di acquisizione della documentazione relativa alla istanza presentata da Lombardia Ambiente e ha posto in atto un’azione di contrasto; ma il treno era già partito! Era chiaro sin da subito che la disponibilità di un’area idonea e la mancanza di vincoli ambientali e idrogeologici, insieme alla necessità di un deposito (previsto dalla legge) avrebbero portato alla realizzazione del progetto, nonostante la ferma opposizione di Comune e Provincia.
E ancora: rimane aperto e senza soluzione il “caso” della Bonifica Colombera, nel Comune di Castelnuovo Bocca d’Adda dove, a distanza di ben dodici anni dall’inizio dell’escavazione, rimane aperta una enorme buca sotto l’argine maestro del Po. La popolazione era assolutamente contraria, ma la procedura avviata dalla Provincia ha avuto il suo infausto seguito.
Nel caso specifico della Centrale presso la Bocca d’Adda è chiaro che la posizione di Vivambiente e mia personale, pur essendo in favore di impianti energetici rinnovabili, è contraria agli stessi quando questi provochino disastri ambientali, compromissione degli ecosistemi, impatti visivi offensivi del paesaggio, impedimento alla fruizione collettiva del fiume.
Ciò che abbiamo appreso dalla stampa avremmo preferito apprenderlo attraverso dichiarazioni ufficiali degli organi preposti, in un incontro pubblico, richiesto tempestivamente da Vivambiente (e sino ad oggi mai attuato), al quale avrebbero potuto partecipare anche coloro che si sono espressi sulle pagine del giornale. Le loro voci e il loro appassionato richiamo alla difesa del fiume avrebbero potuto confluire in un confronto con gli autori dello studio di fattibilità del progetto, anche per conoscerne i dettagli e la compatibilità con il Piano di Assetto Idrogeologico.
Resta inaccettabile che la procedura di autorizzazione sia stata avviata senza che i cittadini dei comuni interessati, sia lodigiani che cremonesi, ne siano venuti a conoscenza; come rimane inaccettabile l’assenza di posizioni politiche chiare.
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