La Banca non guadagnerà di più se verrà persa l’autonomia

Stimato direttore, approfitto dell’ospitalità promessa dal giornale per esprimere la mia opinione sull’ipotesi (ma è un’ipotesi?!) di fusione della Banca Popolare di Lodi nel Banco Popolare.

Dico subito che sono contrario alla perdita della Banca di Lodi e quindi contrario all’opinione espressa da chi, nei giorni successivi all’annuncio, ha sfidato i concittadini che non la pensano come lui a dirlo apertamente.

Eccone uno.

I motivi sono i seguenti: è un’operazione che non porterà alcun beneficio in termini industriali, anzi contribuirà ad allontanare maggiormente i clienti-soci (quantomeno quelli lodigiani, ma temo anche novaresi) dalla banca, non porterà vantaggi apprezzabili in termini di redditività e annulla l’impegno che quotidianamente i tanti dipendenti della Popolare di Lodi hanno profuso in questi ultimi anni per recuperare l’immagine della Banca pesantemente compromessa dalle note vicende.

E il totale disinteresse del mercato all’annuncio dell’operazione (il titolo è, se possibile, ulteriormente sceso) è segnale dell’inutilità-pericolosità dell’operazione.

La Banca non guadagnerà di più se perderà la sua autonomia, ma se farà meglio ciò che deve fare e, soprattutto, se miglioreranno le condizioni del mercato del credito e della congiuntura economica. Fattori quindi che nulla hanno a vedere con la soppressione dell’indipendenza della Banca Popolare di Lodi.

Semmai, invece, viene da chiedersi se l’ipotesi di fusione non sia operazione sperata dai soci veronesi che mal sopportano di confrontare i risultati (deludenti) della loro banca con quelli delle altre banche di territorio.

Non è sopprimendo i consigli di amministrazione, né cancellando una Banca vecchia di quasi 150 anni che si troveranno le soluzioni sperate, semmai è investendo delle cariche di consigliere di amministrazione, sia nelle Banche territoriali che nel Banco, persone che davvero conoscono il territorio, ne interpretano quotidianamente i bisogni, abbiano il coraggio di trasmettere a Verona i convincimenti davvero condivisi (almeno dai più) e le giuste aspettative della gente del territorio. Cordialmente.

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