Inizio e fine di un percorso nelle scuole e nella società

La sesta marcia della pace del lodigiano e del cremasco ha raccolto migliaia di persone. Un serpentone colorato che ha sorpreso e stupito non solo gli organizzatori dell’iniziativa ma i tanti cittadini presenti. Una marcia lunga 15 chilometri percorsa da tante famiglie cittadini italiani e stranieri gli uni affianco agli altri.La Provincia di Lodi, il Comune di Lodi, quasi quaranta comuni del lodigiano, oltre cinquanta associazioni laiche e cattoliche hanno aderito all’iniziativa partecipando in modo attivo con striscioni, bandiere e organizzando i banchetti all’arrivo a Pandino.La bandiera storica della Perugia-Assisi, lunga oltre 25 metri, è stata portata per tutta la marcia da decine di ragazzi e da alcuni rappresentanti della comunità islamica che nei giorni scorsi hanno emesso un durissimo documento di condanna del terrorismo dell’IS.La marcia della pace, organizzata dalla rete di associazioni di Lodi Solidale (www.lodisolidale.org) non vuole essere solo un momento di forte impatto mediatico ed emotivo ma rappresenta l’inizio e la fine di un percorso di educazione alla pace e alla cittadinanza attiva che viene sviluppato nelle scuole e nella società durante tutto l’anno.La marcia dei ieri ha anche dimostrato come sia possibile parlare di pace anche in tempi di crisi e che tale valore non sia “fuori moda” ma deve essere declinato con un linguaggio differente dal passato. “La pace comincia dalle nostre città” urlava Aldo Capitini l’ideatore e il promotore della prima Perugia-Assisi nel 1962. E noi abbiamo cercato insieme agli amici di Crema, Dovera e Paullo di riprendere lo spirito di quella prima iniziativa: una marcia popolare che sapesse coinvolgere tutti con elementi semplici e con messaggi chiari.Ecco alcuni punti su cui intendiamo lavorare nei prossimi mesi:Fermiamo le guerre in corso e riconosciamo e attuiamo il diritto alla pace.Fermare la “Terza Guerra Mondiale” che di fatto è in corso, è compito e responsabilità inderogabile della comunità internazionale. Non con la guerra ma con la volontà politica, il dialogo, il disarmo, la vicinanza alle vittime, le istituzioni e gli strumenti della pace.La pace è un diritto e un bene comune che richiede di essere riconosciuto, promosso, applicato e tutelato da tutti, ciascuno secondo le proprie possibilità e responsabilità, dalle nostre città, fino all’Europa e all’Onu.Chiediamo lavoro non bombe; investiamo sulla pace e i diritti umani non sulla guerra. Le priorità della politica devono essere la lotta all’economia, alla finanza e all’illegalità che uccidono, alla disoccupazione, alle mafie, alle disuguaglianze, alla miseria e all’emarginazione. Smettiamo di costruire, comprare e vendere armi e costruiamo un’economia di giustizia, a servizio dei cittadini; un’ economia che investa su risorse e istituzioni democratiche impegnate quotidianamente ad assicurare la pace, il rispetto di tutti i diritti umani per tutti e la giustizia.Le risorse economiche che oggi vengono investite nelle istituzioni e negli strumenti di guerra devono essere investite nelle istituzioni e negli strumenti della pace. L’infrastruttura della pace e dei diritti umani deve partire delle nostre città. Costruiamo la cultura della paceTelevisioni e in particolare la Rai servizio pubblico, radio, giornali devono essere strumenti di pace attenti alla vita reale delle persone e dei popoli. La cultura della pace e della fraternità deve prendere il posto della cultura di guerra e dell’egoismo oggi imperante. La scuola ha una responsabilità speciale e il suo ruolo deve essere sostenuto da tutti, cittadini, famiglie e istituzioni.Da qualche anno a questa parte le marce territoriali per la Pace, ad imitazione della Perugia-Assisi, si sono moltiplicate in tutta la nostra penisola, questo ci incoraggia e ci spinge a continuare il nostro impegno.Proseguiamo questo cammino, senza smettere di aprire i nostri occhi e osservare il mondo, senza smettere di indignarci per ciò che è ingiusto, scorretto e meschino, senza smettere di proporre l’opzione alternativa, la strada della pace.

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