Il sindacato: «Preferiamo aspettare il 19 luglio»

Preferiamo aspettare il 19 luglio

Ci riferiamo all’articolo apparso sul Cittadino, a firma F.P., in data 6.7.2011 e anche ad altri pubblicati nelle giornate successive, sul futuro della Banca Popolare di Lodi. Forse è bene fare un po’ di chiarezza sui fatti, prima di passare ad analizzare l’articolo che, fra l’altro, cita il “silenzio tombale del sindacato”.

Il Banco Popolare ha approvato in data 30.6.2011 il piano industriale 2011-2013/2015. Il piano industriale, come riferito anche da Il Cittadino in data 30.6.2011, si fonda sul progetto di Banca Federale, con 5 Banche Reti, fusione di Popolare Crema e Popolare di Cremona in Popolare di Lodi.

Nel piano si fa inoltre riferimento a “possibili ulteriori semplificazioni dell’assetto del Gruppo” e, in una intervista, il Consigliere Delegato dr. Saviotti non ha escluso la fusione delle Banche Controllate in una unica Banca. Questi i fatti.

Il piano industriale, nel quale non si fa nessuna menzione sul concetto di Banca Unica, verrà ufficialmente presentato ai sindacati in data 19 luglio 2011.

Premettiamo che ci stupisce che Il Cittadino non abbia cercato di contattare i sindacati provinciali, come di solito avviene in questi casi, per ricercare notizie o conferme; probabilmente dispone di informazioni di prima mano, ipotesi probabile visto il dettaglio dell’articolo del giorno 2 luglio, peraltro in questo momento non disponibili ai sindacati.

A parte comunque alcune imprecisioni contenute nell’articolo del 6.7.2011, (le filiali chiuse saranno circa 140 e non 180, e 30 verranno aperte), e la mescolanza nello stesso di elementi ufficiali contenuti nel piano con notizie non comunicate ufficialmente, perlomeno non ai sindacati, riteniamo utile chiarire che il cosiddetto “silenzio tombale” non è dovuto a disinteresse da parte dei sindacati, ma alla scelta voluta di commentare il piano industriale solo dopo la presentazione dello stesso nella data del 19 luglio. In quella sede, infatti, i sindacati avranno modo di porre tutte le domande che riterranno opportune per chiarire meglio i contorni di un piano industriale che, allo stato attuale, mantiene vivo il progetto di Banca Federale con 5 Banche autonome. Tutto ciò di cui si discute prima di quella data, ancor di più se di progetti non rientranti nel piano stesso, non è altro che un esercizio linguistico che rischia di portare elementi di confusione tra i dipendenti (addirittura nell’articolo del 9 luglio si parla di licenziamenti senza probabilmente sapere che le fuoriuscite prima della maturazione della pensione sono sempre state effettuate tramite strumenti di accompagnamento alla pensione finora attivati esclusivamente tramite la volontarietà).

Dopo tale data saremo quindi in possesso degli elementi necessari per analizzare, commentare e valutare le opportune iniziative per la tutela dei lavoratori, compreso eventualmente il coinvolgimento delle istituzioni del territorio. Peraltro le OO.SS., pur non essendo intervenute a livello di organi di stampa per i motivi sopra riportati, hanno divulgato le informazioni sul piano industriale ai colleghi, principali e privilegiati interlocutori. Non vorremmo si dimenticasse che il compito del sindacato è quello di tutelare i lavoratori a seguito di scelte strategiche aziendali che li riguardano e non quello di entrare del merito della governance e dell’indipendenza di una società, se non in modalità di commento.

Tale compito riteniamo spetti ai rappresentanti del territorio, che siedono nel Consiglio di Gestione, che saranno chiamati a votare tali scelte, e agli azionisti che potranno esprimere il loro assenso o dissenso nell’ambito dell’assemblea che sarà chiamata a confermare o meno la scelta degli Consiglieri.

Lungi da noi l’idea di una accettazione supina di eventuali scelte strategiche che comporteranno ricadute negative sui lavoratori, soprattutto se riferite al territorio di Lodi; ma solo la disponibilità delle informazioni corrette e definitive ci consentirà di ricoprire al meglio il nostro ruolo.

Vorremmo inoltre evidenziare che l’articolo prosegue nella storia della Popolare di Lodi riportando, a nostro avviso con eccessivo risalto, il periodo Fiorani-Fazio; ricordiamo solo che il banchiere “più emergente d’Italia”, Fiorani, ha accumulato diverse condanne, dal falso in bilancio nel 2009 confermata nel 2010 per aver falsificato i bilanci della Popolare di Lodi, alla condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione per la vicenda della scalata alla Banca Antonveneta. Fazio, sempre per la scalata Antonveneta condannato a 4 anni.

Questo nostro intervento non vuole innescare alcuna polemica nei confronti de Il Cittadino, che comunque non ci vedrebbe in nessun modo partecipi, bensì per una esigenza di chiarezza verso i lettori.

Altri commenti o considerazioni ribadiamo potranno aver ragione di esistere soltanto dopo l’incontro del 19 luglio 2011.

Da due settimane in un clima infuocato che coinvolge direttamente il futuro del tessuto economico dell’intero Lodigiano si discute su ciò che rimarrà della Banca Popolare di Lodi e su quanto resterà della maestosa sede di via Polenghi Lombardo. La preoccupazione è enorme, legata anche alla sorte dei lavoratori. A tale proposito sono scesi in campo, con un proprio documento, anche le massime autorità istituzionali del nostro territorio, il sindaco di Lodi Lorenzo Guerini e il presidente della Provincia Pietro Foroni. Lo stesso ha fatto il presidente della Camera di commercio. Sostenere che queste prese di posizione, compresa quella assunta dal Cittadino, «non è altro che un esercizio linguistico», non è certamente esaltante. Il sindacato attenda pure l’incontro del 19 luglio. Auguri. Ma si sappia che per quella data a Verona potrebbero avere già deciso il futuro di tutta la banca, altro che piano industriale.F.P.

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