Il risultato c’è stato, seppure figlio di un compromesso

Desidero ringraziare il presidente di Confagricoltura Milano, Lodi, Monza e Brianza, Antonio Boselli, per l’intervento pubblicato su Il Cittadino di Lodi. In questa fase in cui si tende a fare di ogni erba un fascio e la politica non gode per lo più della stima dei cittadini, leggere parole di apprezzamento per l’operato fin qui svolto alla guida dell’assessorato all’Agricoltura della prima regione agricola d’Italia costituisce uno stimolo a proseguire e migliorarsi costantemente. Cercherò di rispondere a tutti i punti dell’intervento dell’amico Boselli. Anch’io condivido le medesime preoccupazioni per l’agroalimentare lombardo in questa fase in cui i consumi interni vivono una flessione e l’embargo russo si sta rivelando un boomerang nei confronti di esportazioni in crescita. Temo, purtroppo, che se l’Unione europea non ricalcolerà diametralmente le proprie decisioni di politica estera, saranno i produttori agricoli e per l’agroalimentare del Nord a farne le spese. Lo abbiamo visto pochi giorni fa sul tema degli aiuti all’ammasso privato dei formaggi: la linea adottata rende più conveniente lo stoccaggio dei simil-grana che delle più importanti Dop lattiero casearie come Grana Padano e Parmigiano-Reggiano, la cui produzione si incunea nella provincia di Mantova. Per non parlare delle flessioni dei listini del latte, che hanno già investito gran parte dell’Europa. La missione finalizzata alla revisione della direttiva nitrati non è terminata, ma posso ragionevolmente tranquillizzare gli agricoltori lombardi che il dialogo coi ministeri delle Politiche agricole e dell’Ambiente è costante. A Bruxelles chiederemo compatti di riconsiderare le zone vulnerabili ai nitrati, perché da studi scientifici appare evidente che il comparto agricolo ha una responsabilità decisamente limitata sull’eutrofizzazione delle acque. Concordo anche sulla necessità di rendere ancora più competitiva la nostra agricoltura e in questa direzione – come peraltro ci ha chiesto, per una volta in totale sintonia, il mondo agricolo - si muoverà il Programma di sviluppo rurale della Lombardia, in attesa dell’imprimatur dell’Unione europea. Sulla difesa dell’agricoltura che trascina l’economia, in quello che giustamente Boselli definisce “un luglio di fuoco” (ma anche tre i mesi precedenti hanno visto un dibattito particolarmente animato), le Regioni del Nord si sono mosse compatte affinché la declinazione interna della Politica agricola comunitaria non si disperdesse in mille aiuti e assicurasse la prevalenza degli aiuti accoppiati alla zootecnia. Il risultato, sono certo che gli imprenditori lombardi e lo stesso Boselli lo riconosceranno, c’è stato, seppure figlio di un compromesso necessario in una logica di impostazione della Pac non regionalizzata, ma ispirata da un forte centralismo nazionale. Nel contesto complessivo dell’impianto della Pac, vi sono anche linee di principio che vincolano l’Unione europea, come ha ricordato il presidente di Confagricoltura di Milano, Lodi, Monza e Brianza. Il greening, la rotazione, le fasce ecologiche, si condividano o no – e in questo senso l’aspetto dell’assenza di sovranità alimentare evidenziato da Boselli rappresenta un giudizio netto – sono parti immanenti alla Politica agricola comunitaria che ci accompagnerà fino al 2020. Si sarebbe dovuto correggere il tiro in sede comunitaria, facendo leva anche sulle opportunità riconosciute al Parlamento europeo col Trattato di Lisbona? Saranno gli agricoltori europei, secondo la loro coscienza, a darsi la risposta.

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