Gent.mo Direttore, con riferimento all’articolo «Gita da incubo per gli alunni del Novello», pubblicato a pag. 40 da «II Cittadino» di Sabato 24 settembre u.s., ci preme effettuare alcune puntualizzazioni, specie con riguardo alle «ottimistiche» considerazioni virgolettate della Dirigente Prof.ssa Cassè, laddove afferma «la consapevolezza di aver fatto del nostro meglio per gestire questa oggettiva situazione di difficoltà». È bene si sappia che i ragazzi delle attuali classi V A, IV e V L del Novello attendevano la vacanza-studio in Inghilterra dallo scorso maggio, quando noi genitori fummo convocati per fornire le adesioni e ricevemmo informazioni relative ai costi: 100 euro per il biglietto (comprensivo della quota relativa al volo dei Docenti (4), 423 euro per il campo-scuola e 32 euro per l’autobus che avrebbe condotto i ragazzi a Pisa da dove sarebbero decollati. A tutto ciò si aggiunge il cambio-valuta, per tutti gli extra. È bene si sappia anche che i problemi in cui si dibatteva l’Agenzia cui la Scuola ha ritenuto di appoggiarsi non erano ignoti: una mamma più volte ha telefonato alla Docente organizzatrice per avere assicurazioni in merito all’effettiva disponibilità dei biglietti, essendo, per altro, risaputo che la medesima Docente aveva già avuto difficoltà con l’Agenzia cui ha, tuttavia, ritenuto di continuare a rivolgersi, in occasione di un precedente campo scuola estivo.
Ebbene, arriva il giorno fatidico, il 24 settembre!
Alle ore 11,30 gli alunni di V A, IV e V L vengono convocati e si comunica loro che l’Agenzia non ha procurato i biglietti; una nuova Agenzia, tuttavia, ha trovato i biglietti per la stessa giornata, ma vi è un incremento di spesa di 162 euro ad alunno.
Inizia il caotico giro di telefonate dei ragazzi ai genitori, alcuni dei quali accorrono. Perché, è bene tenerlo presente, occorre dare una risposta nel giro di mezz’ora, entro le 12.00!!!
Nella concitazione, le notizie sono spesso discordanti: si parte o non si parte, vengono o non vengono resi i soldi?
Si chiede alla Dirigente un intervento finanziario della Scuola, attingendo a fondi propri: se ne ottiene un cortese diniego.
Intanto si provvede a far firmare ai ragazzi, alcuni dei quali minorenni, l’adesione o meno alla vacanza-studio, da effettuarsi alle nuove condizioni.
Due alunni di V non firmano e viene meno la metà più uno degli studenti, percentuale necessaria per effettuare la vacanza-studio; la dirigente, tuttavia, firma per la deroga.
Tra i ragazzi che si sono ritirati, nel colloquio con i loro familiari, nascono ripensamenti: ci tenevano molto a quella vacanza-studio, comprensibilmente!
Si noti che alle 13,20 non vi era ancora un dato certo circa il numero delle adesioni. Alle 14,00, tuttavia, per chi ci ha ripensato, non vi è più alcuna possibilità di aderire. E benché, alle 16,30, la nuova Agenzia avesse rintracciato dei posti sul medesimo volo per inserire coloro che ci avevano ripensato, una Docente ha telefonato all’Agenzia dando indicazione di non accettare più adesioni, in quanto era stato cambiato l’autobus.
In 7 alunni pronti a partire hanno, così, dovuto rinunciare. Domande alla Scuola: perché non si è rimandato tutto? E se - come da dichiarazioni al vostro giornale dalla Preside - l’Agenzia «colpevole» aveva «già restituito alla Scuola, i soldi incamerati per la prenotazione fantasma» perché la Scuola non ha ritenuto di anticiparli ai ragazzi?
Una Docente non è partita: ha la nostra stima! I ragazzi che sono partiti l’hanno fatto, senz’altro, con amarezza.
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