Il nostro è uno degli Enti più virtuosi del nostro Paese

Gentile Direttore, Le chiedo spazio per poter rispondere alla lettera pubblicata il 9 novembre scorso sul Suo giornale a firma del signor Angelo Cerri, con il titolo ‘’Ma i dipendenti della Provincia sanno di essere fortunati?’’. E mi creda, non lo faccio come difensore d’ufficio di lavoratori con i quali ho proficuamente lavorato in questi anni alla guida della Provincia di Lodi, ma perché mi sento in dovere di replicare ai parecchi luoghi comuni di cui quella lettera è infarcita e voglio decisamente respingere l’idea, che purtroppo quotidianamente sta passando attraverso i mass media, che le Province siano inutili carrozzoni pieni di buoni a nulla e parassiti, tanto tra gli eletti che tra il personale.Per cominciare, i circa 180 dipendenti che il Suo lettore ha definito un ‘‘esercito’’, mi consenta di dire che tale non sono. Non alla luce delle competenze di un Ente territoriale come la Provincia, che gestisce per conto di Regione e Stato deleghe ‘‘pesanti’’ come ad esempio le strade, l’edilizia scolastica, l’istruzione superiore e la formazione professionale, il lavoro, la tutela dell’ambiente, la programmazione e la salvaguardia del territorio, il turismo, solo per citarne alcune. Sono compiti numerosi e onerosi, e forse prima di discutere di razionalizzazioni e accorpamenti, nell’anno appena trascorso il Governo centrale, i giornali e le televisioni avrebbero dovuto fornire all’opinione pubblica un quadro esatto dei ruoli e delle competenze delle Province e soprattutto delle risorse, sempre più risicate, che lo Stato mette a loro disposizione per fornire servizi ai cittadini. Servizi che finché ci sono appaiono scontati, ma che nel momento in cui non ci saranno più per mancanza di soldi e di personale, o saranno drasticamente ridotti alla luce delle ultime manovre economiche, faranno probabilmente gridare allo scandalo.Dicevamo però dei numeri del personale della Provincia di Lodi. Oggi di gran lunga inferiori, anche proporzionalmente, a quelli degli Enti vicini con i quali è stato deciso l’accorpamento (il 20 per cento in meno rispetto a Cremona) e che, alla luce dei tagli ai trasferimenti dello Stato e delle decisioni sulla razionalizzazione della spesa pubblica nei soli Enti locali, sono 22 in meno rispetto al 2008, con anche la categoria dei dirigenti scesa da 9 a 5 posizioni, di cui una con contratto a termine. Tutto quello che era possibile tagliare è stato tagliato e oggi ai nostri dipendenti noi chiediamo di continuare a fare le stesse cose che si facevano prima, e anche di più, con una forza lavoro ridotta. Ma i risultati ci sono comunque, anche importanti. Perché questa Amministrazione provinciale, nonostante Monti la voglia pensionare anzitempo, sta dando seguito a obiettivi mai raggiunti prima di sviluppo territoriale, sostegno al lavoro e alle imprese, sicurezza scolastica e infrastrutturazione. Risultati raggiunti grazie anche e soprattutto a una struttura organizzativa provinciale motivata, competente, qualificata e disponibile.Non lo diciamo noi, ma lo ha certificato il Ministero dell’Interno: la Provincia di Lodi è tra gli Enti più virtuosi del Paese, seconda Provincia in Italia sul fronte dell’efficienza. Traguardo che non sarebbe stato possibile raggiungere se la realtà del personale dell’Ente fosse quella disegnata come una banale caricatura dal signor Cerri.Che ci siano poi anche qui come altrove problemi da risolvere, strutture da mettere a punto, non lo possiamo certo negare, ma si tratta di aspetti che non possono oscurare il lavoro importante e positivo della gran parte della macchina amministrativa provinciale, cui va riconosciuto anche un positivo modo di rapportarsi con le altre Istituzioni e con i cittadini e a cui va per tutto questo il ringraziamento della Giunta e mio personale.Se il Suo lettore ha prove di una situazione diversa, le porti, in maniera circostanziata, precisa, evitando il solito qualunquismo e il vezzo tutto italiano di fare di ogni erba un fascio.Quanto poi alle preoccupazioni dei dipendenti della nostra Provincia sul loro futuro, sono sicuramente giustificate dalla confusione che ancora circonda la materia del riordino, l’assoluta incertezza sulle risorse a disposizione dell’Ente già dal prossimo anno, le decisioni improvvisate del Governo sul futuro delle Amministrazioni locali e l’assoluta mancanza di chiarezza dell’Esecutivo che in materia di lavoratori degli Enti locali parla con leggerezza di esuberi non facendo intendere a cosa possano portare sul piano concreto del reddito.Cercare di mettere a confronto, e in ‘‘competizione’’, i dipendenti di questo comparto pubblico con altri lavoratori come fa il Signor Cerri, magari chiamando in causa i pendolari e i dipendenti del settore privato, appare esercizio polemico inutile e inconcludente, soprattutto in un momento di crisi generalizzata come l’attuale. Sapere ogni giorno di aziende che chiudono o ricorrono alla cassa integrazione, di imprese che a fatica riescono ad andare avanti non è sicuramente piacevole; ma non dovrebbe regalare soddisfazione neppure sapere che l’incertezza si estende anche a centinaia di famiglie del pubblico impiego. Il lavoro è valore universale. Intorno ad esso, a differenza di quanto sta facendo l’attuale Governo, bisogna costruire concrete politiche di crescita. Sono convinto che anche i dipendenti della Provincia di Lodi, se verranno loro chiesti altri sacrifici, sapranno farvi fronte con lo stesso impegno e determinazione di sempre. Ma non penso meritino l’incertezza in cui vengono lasciati e soprattutto non meritino quella generalizzata accusa di essere fannulloni che la lettera da Lei pubblicata lascia chiaramente intendere.Sono fermamente convinto che i problemi dell’assetto istituzionale dello Stato siano altri. Non certamente la nostra Provincia e men che meno i suoi dipendenti.Cordiali saluti.

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