Il dottor Dino Piero Giarda non ha più il diritto di parola

Egregio direttore, la inviterei a non dare più troppo risalto alle dichiarazioni del presidente uscente della Popolare di Milano, il dottor Dino Piero Giarda. Leggo sul “Cittadino” di questa mattina che il dottor Dino Piero Giarda ha avuto parole sferzanti contro la fusione in atto tra il Banco Popolare e la Banca Popolare di Milano, bocciandone il matrimonio sabato scorso, alla Fiera di Rho, nel corso dell’assemblea dei soci chiamata a rinnovare il consiglio di sorveglianza della Milano, di cui l’ex ministro non fa più parte.Vortrei ricordarle che il dottor Dino Piero Giarda fu uno degli artefici e dei più accesi sostenitori del matrimonio tra la Banca Popolare di Lodi e il Banco di Verona, matrimonio che dipinse come l’unica soluzione ai problemi dell’ex banca di Gianpiero Fiorani. Non solo non si accorse il Banco Popolare si portava in dote il terribile sconquasso di Italease ma sottoscrisse un documento (insieme al dottor Divo Gronchi) in cui si leggeva che il Lodigiano da quella fusione avrebbe tratto vantaggi considerevoli. Il documento fu onorato solo in minima parte, e sia il dottor Dino Piero Giarda che il dottor Divo Gronchi pensarono bene di veleggiare verso altri lidi. I lodigiani non hanno la memoria corta. Ringraziamo il dottor Dino Piero Giarda per il grande impegno (!?!) svolto a favore del Lodigiano. Recentemente una lettera firmata da Modesto Volpe gli ha rivolto accuse gravissime, che sono cadute nel vuoto. Circa il futuro di quella che fu la Banca Popolare di Lodi, mi spiace, ma il dottor Dino Piero Giarda non ha più il diritto di parola.

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