Il divieto di Lodi è una limitazione dei diritti di ogni cittadino

Amici animali onlus e Lav, Lega Anti Vivisezione nella mattinata del 14 ottobre 2014 si sono recati in Comune a Lodi per effettuare la consegna delle circa 500 firme raccolte tra i cittadini, finalizzate alla richiesta dell’apertura dei parchi ai proprietari dei cani con le loro bestiole.Ciò, a seguito della petizione avviata per la richiesta dell’ abrogazione dell’art. 65 comma 3 del Regolamento di Polizia Urbana vigente in Lodi che vieta di introdurre i cani nella pressoché totalità dei parchi cittadini.Non senza qualche frizione iniziale, dovuta alla presenza non gradita della stampa, convocata dalle associazioni per documentare l’avvenuta consegna, il passaggio della documentazione è avvenuto alle ore 11 nelle mani dell’Assessore all’Ambiente Andrea Ferrari.L’assessore ha ribadito la linea dell’amministrazione, che non concorda affatto con quella delle Associazioni organizzatrici della petizione: nessuna apertura sui parchi, solo un richiamo alle aree di sgambamento presenti in città.Aree che però –oltre ad essere periferiche - presentano una serie di evidenti criticità, documentate in un doppio dossier (riferito a 18 mesi fa e a oggi) conferito all’Assessore dalle Associazioni. Le aree sono in pessime condizioni, in alcuni casi sprovviste di erogazione di acqua, prive di verde ombroso, prive di sistemi semplici di sicurezza quali chiusure (persino mancanti le maniglie …), di reti di protezione adeguatamente mantenute in buono stato…addirittura prive di opportuni contenitori per le deiezioni.La presenza delle aree – legittima e benvenuta - evidentemente (è il pensiero delle Associazioni, suffragato da numerose sentenze di Tar di tutta Italia, ma non collima con il pensiero dell’Amministrazione) non può sovrastare e limitare il diritto di ogni cittadino a frequentare luoghi pubblici, compresi i parchi, con i propri animali; diritto limitato, con tutta evidenza – per la incapacità di mettere in atto misure tali da colpire chi sporca e non raccoglie le deiezioni dei propri animali, colpendo invece così –indiscriminatamente- e limitando anche il cittadino osservante le leggi e le normative, e quindi incolpevole.Insieme al dossier, è stato consegnato un documento fotografico esemplare sul quale in proposito meditare: esso riprende un’area pubblica vietata ai cani , densamente popolata da spazzatura e quant’altro; e l’adiacente area destinata ai cani, assolutamente e perfettamente pulita. L’Assessore ha ribadito l’impossibiltà per carenze strutturali e di personale della pubblica amministrazione al controllo della situazione, e ha invitato le Associazioni alla collaborazione; compiti cui le associazioni non si sono mai sottratte: infatti, hanno già messo in atto quanto in loro potere, con continue e ripetute campagne di informazione e di sensibilizzazione.È tuttavia evidente però che le Associazioni – non essendo dotate di autorità pubblica in materia né di compiti di polizia, che invece l’ente pubblico attraverso settori di sua competenza ha - non possono né verbalizzare né tantomeno sanzionare o sostituirsi a chi ha incarichi ben precisi e ben definiti.Ora, la parola spetta all’Amministrazione: con l’auspicio dei sottoscrittori e nostro (accordi sottoscritti dall’Anci, l’Associazione dei Comuni in tal senso datano amai due anni fa e comuni anche vicini a noi hanno aderito) che si verifichi un’apertura verso la libera circolazione dei proprietari dei cani nei parchi e nelle aree verdi cittadine. Un passo di civiltà che molte città italiane hanno già intrapreso. Il nostro auspicio è che Lodi si allinei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA