Il Consorzio di Muzza quarant’anni fa avviò un’identica distruzione ambientale

Egregio direttore, ho seguito per filo e per segno tutta la vicenda del colatore Muzza e dei lavori che vi sono stati avviati. La differenza di vedute tra chi ha eseguito i lavori e chi non li ha condivisi è sostanziale, e paradossalmente è culturale. Quarant’anni fa all’incrocio tra la Via Emilia e la strada Nuova Cremonese (quella che conduce a Castiglione d’Adda e a Maleo) aveva inizio uno spettacolo della natura davvero unico: tre rogge irrigue - la Turana, la Bertonica e la Cotta - correvano appaiate in un lungo tratto che raggiungeva l’abitato di Basiasco. Si trattava di un luogo importantissimo per la biodiversità. Ma i signori del Consorzio di Muzza distrussero tutto quanto, per far nascere il Cavo Ca de Bolli e per assicurare al territorio una maggiore irrigazione. Promisero che avrebbero ripiantumato tutto, ma non mantennero nulla. Per tornare al colatore Muzza, sarebbe sufficiente che alcuni reliquati delle sponde venissero ampiamente ripiantumati con essenze autoctone, per rimediare almeno in minima parte al gravissimo danno ambientale che è stato perpetrato. Lo faranno? Oppure la storia del Cavo Ca de Bolli si ripeterà con il colatore Muzza?

© RIPRODUZIONE RISERVATA