Il comunicato con le scuse ha soltanto peggiorato le cose

L’altro giorno l’automobile del Sindaco di Casalpusterlengo Gianfranco Concordati è stata fotografata mentre era parcheggiata, indebitamente, su uno stallo per disabili. La segnalazione fatta su Facebook da un Consigliere della Lega Nord ha subito generato numerosi commenti; qualche ora dopo sullo stesso social network è comparso un messaggio riparatore del Primo Cittadino.Riteniamo che uno sbaglio possa essere commesso in buona fede da tutti ed è per questo motivo che non abbiamo commentato l’accaduto, sfruttandolo politicamente come ha invece fatto qualcun altro. Le scuse che tutti si aspettavano sono arrivate, ma purtroppo sotto forma di un comunicato che ha peggiorato le cose e ci ha spinto a dire la nostra.Le parole del nostro Sindaco (o meglio, di chi gliele ha scritte) sono una continua ricerca di giustificazioni: si va dalla stanchezza alla disattenzione per arrivare addirittura allo stallo un po’ sbiadito, che per la verità suona davvero male detto da chi quello stallo eventualmente dovrebbe preoccuparsi di mantenerlo ben visibile. Diciamo “eventualmente” perché dalla foto si vede chiaramente che l’immagine dell’uomo in carrozzella non è affatto sbiadita.E non serve esporre sul cruscotto il pass della Giunta, come purtroppo ha invece fatto Concordati, chissà con quale intento. Il Sindaco sostiene che dopo pochi minuti se ne è accorto e ha spostato la macchina… ma come ha fatto ad accorgersene a posteriori se non l’ha fatto subito? Ci pare molto più verosimile che qualcun altro se ne sia accorto al suo posto e l’abbia avvisato. Ma allora perché scrivere diversamente?Infine Concordati arriva persino ad accusare chi, secondo lui, spia ossessivamente i comportamenti altrui per trarne godimento personale o di altra natura. Ovviamente ci auguriamo che non sia così, però questo non c’entra nulla con l’errore commesso; perché l’osservazione sarebbe potuta arrivare da uno qualunque dei propri concittadini, magari proprio da qualcuno che quel posto avrebbe potuto occuparlo di diritto. Eppure sarebbe stato sufficiente scrivere solo una cosa, invece che rilegarla alla fine del comunicato: le proprie scuse. Chi, come noi, ragiona in modo semplice e senza malizie avrebbe capito. Chi invece ha secondi fini o è abituato a pensar male avrebbe dovuto incassare un messaggio inattaccabile. Peccato.

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