Il caffè espresso non è un simbolo dell’aumento dei prezzi

Egr. Sig. Giorgio Baratto, ho sempre letto con attenzione le Sue lettere su Il Cittadino ma questa volta, per quel che mi riguarda non si è informato ed è grave (v. Il Cittadino di Giovedì 5 gennaio u.s.).Mi riferisco al prezzo del caffè espresso al bar: lei dice che prima dell’euro costava 900/1000 poi è balzato a 90 centesimi di euro. È falso. L’ultimo prezzo del caffè al bar era di lire 1600 poi diventato l’equivalente euro 0.83 e a conferma di quanto dico sono in possesso di quattro listini di categoria di Lodi-Pavia-Piacenza e Cremona, quindi posso dimostrarlo.Questo suo intervento su il Cittadino mette in cattiva luce la mia categoria (ora sono in pensione) e mi secca tanto anche perché i nostri listini prezzi non hanno mai superato Istat (e siamo in pochi) e questo deve essere apprezzato. Anche noi abbiamo subito tanti aumenti anche quello del caffè in grani (recentemente del 20%). Si ricorda, sig. Baratto, che l’espresso come prezzo andava alla pari con i giornali? Questi, da tempo, costano euro 1,20. Non ho mai capito perché quando si parla di aumento dei prezzi, si parla sempre (non solo Lei) ed in negativo, del prezzo del caffè espresso. Sarebbe opportuno guardare altrove che di esempi ce ne sono tanti sia nel pubblico che nel privato.

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