
Rubriche/Lettere
Mercoledì 19 Agosto 2015
I veleni mi stanno uccidendo, chissà
se ci rivedremo tra cento anni
Mi chiamo Adda, sono esile, lunga e molto larga sono formata da O2, vivo in luoghi bellissimi che perdurano da millenni, cioè da quando i ghiacciai si sciolsero e crearono nel solco della terra immensi specchi d’acqua che vennero plasmati per diventare fiumi e laghi. A volte mi gonfio per via del cattivo tempo, tanto da sembrare gravida, e quindi creo disagi. Non certo per colpa mia, ma dovuto all’incuria di chi ha raddrizzato il mio corpo senza tenere conto delle mie necessità.
Lungo il mio cammino mi trovo spesso bloccata, rallentata tanto da creare serie difficoltà di sopravvivenza ai miei inquilini. Ai miei lati poi hanno coperto tutti gli sfoghi che mi servivano quando il tempo mi gonfiava di H2O il mio corpo si muoveva sinuoso tra curve immensi canneti, piante secolari, mi appoggiavo su ciottoli bianchi, ora è solo pantano, creando habitat per i miei inquilini che trovavano cibo in abbondanza. Agitandomi mi procuro ossigeno, ma con l’andar degli anni tutto questo è quasi scomparso. Sono arrivati gli scarichi di ogni tipo che immettendo dei veleni nel mio corpo che mi stanno uccidendo giorno dopo giorno, e solo con il gonfiore di tanto in tanto riesco ancora a sopravvivere agitandomi e proseguendo nel cammino creo correnti impetuose. A volte sono costretta a rallentare creando zone calme nelle quali riposarmi per poi ripartire lungo il mio percorso.
Quando arriva l’inverno con il silenzio che accompagna la mia corsa verso mio padre qualcosa di neutro mi cade addosso facendomi solletico e colorando tutto ciò che mista accanto tutto ciò fa si che i miei amanti hanno preso altri lidi . Gli unici che mi fanno compagnia sono le piante trasformate dal freddo in scheletri ed arbusti senza più vita. La primavera mi riporta il sorriso, vedendo i miei inquilini scorrazzare tra le correnti placide in cerca di cibo dopo un inverno da carestia, la vegetazione riprende il suo smalto piano piano, colorando la mia H2O di un verde azzurro in attesa della stagione calda; ecco l’estate con il suo sole mi ritempra dal gelo invernale.
Il silenzio ora è solo un ricordo, sotto di me sono iniziate le danze nuziali – non sono però come una volta – attesa che i primi pargoli nascono sono arrivati gli umani a rinfrescarsi e creano un turbillon smuovendo fango e detriti su cui mi appoggio.
Finita l’estate all’improvviso arriva il fresco autunnale, i primi scrosci di acqua che rinfrescano l’aria ma non tengono lontani i miei amanti che si apprestano a riconquistarmi lanciandomi qualcosa, per conquistare anche i miei inquilini. Molte cose sono cambiate, sempre meno umani partecipano alla festa della natura sempre meno interesse creo attorno al mio scorrere, forse ciò è dovuto alla mancanza della vera attrattiva, che in definitiva sono i miei inquilini, anche se negli ultimi anni sono stati immessi dei nuovi, ma questi li vedo, fanno fatica a crescere grazie alla mia cattiva salute – mi sento stanca vivacchio solo con il gonfiore che mi procura quella enorme nuvola nera che si abbassa sempre di più sul mi corpo – chissà se tra cent ‘anni ci rivedremo questo è il fiume…
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