I profughi aiutino a tagliare l’erba sulle strade e sulle ciclabili

Gentile direttore, ho letto la lunga lettera del signor Mauro Soldati presidente della Provincia di Lodi apparsa sul “Cittadino” che si lamenta di tutto. Vorrei dargli un suggerimento a proposito dell’erba altissima che c’è sulle strade e sulle piste ciclabili, erba che nessuno più taglia.

Nel Lodigiano ci sono ormai centinaia e centinaia di profughi immigrati. Io vado in bicicletta e li incontro spesso sulle piste ciclabili. Vanno in giro a gruppi di tre o quattro, tirano a campare perché non sanno cosa fare per arrivare a sera. E qualcuno di loro ha in mano un cellulare di quelli piatti, ultimo grido, ben diverso dal mio vecchio Nokia che funziona ancora e che non voglio cambiare per non buttare via i soldi (ma chi glielo ha comprato, quel cellulare nuovo di zecca, ai profughi? Chiudo la parentesi).

Comunque, il signor Soldati invece di continuare a lamentarsi dovrebbe pensare in positivo, ad esempio dovrebbe coinvolgere i profughi, e far loro capire che non possono fare la parte dei mantenuti con tanto di cellulare nuovo in mano. I profughi si prendano almeno cura dell’erba che c’è sulle strade: se lo facessero, la gente smetterebbe di fare discorsi contro di loro, perché quel tipo di discorsi alla fine degenera sempre nel razzismo e questo è da condannare. Se sono scappati dalla fame e dalla guerra si diano almeno da fare, i profughi taglino l’erba delle rotonde e quelle delle piste ciclabili, si rendano utili nel Lodigiano che li sta ospitando, e vedranno che l’opinione della gente nei loro confronti inizierà a cambiare in meglio.

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