Grazie a tutti, senza «il Cittadino» Micio sarebbe morto

Egregio Direttore, in una famosa commedia, Shakespeare scriveva: “ All’s well that ends well: tutto è bene quello che finisce bene” . Ieri sera (24 aprile, vigilia della Liberazione), alle ore 19,02, Micio è stato catturato amorevolmente, riportato a terra e consegnato alla Sig.ra Erminia. Ora dovrà stare qualche giorno in casa a rimettersi dalla brutta avventura, a cibarsi e a reidratarsi. Ce la farà, perché ne ha subite di peggio (tempo fa un criminale gli ha sparato con una pistola ad aria compressa e solo un’operazione chirurgica gli ha consentito di riprendere l’uso delle gambe posteriori paralizzate) ed è guarito. Da parte mia e di tante persone che mi hanno telefonato in questi giorni, ciò è motivo di gioia e di riconoscenza. Riconoscenza innanzitutto ai Vigili del Fuoco di Casale e di Lodi. Sono intervenuti tre volte e, posizionata una gabbia cattura-gatti sul tetto dell’abitazione, alla fine lo hanno riportato giù. Meritano un encomio più che solenne. Poi all’Ufficio Tecnico di Casale, tramite il Sig. Ciossani, alla Polizia Locale per la ricerca del proprietario e l’assistenza alle operazioni di recupero, alla volontaria del Canile Carla, per le ultime operazioni tecniche decisive.

Un merito particolare va anche al Consigliere Delegato Roberto Borghi che ha fatto da collegamento per la messa in opera del protocollo operativo finale e, senza di lui, credo saremmo ancora “al palo”. Infine a tutte le persone, che non conoscevo, e che mi hanno raccontato le loro traversie e offerto il sostegno e l’aiuto, in particolare alle Signore Folli Teresa e alla sua amica Antonella Pavesi di Codogno. Mai vista tanta determinazione e intraprendenza nel cercare comunque una soluzione.

Ma la molla principale di tutto è stato l’aiuto indispensabile de “Il Cittadino”. Senza di lui, Micio sarebbe certamente stato dimenticato e fra qualche giorno sarebbe morto. Come minimo, per riconoscenza felina, dovrebbe abbonarsi a vita al quotidiano! Comunque l’aspetto positivo è vedere come tra i lettori si snodi un sottile filo di solidarietà per il bene: oggi è stato un gatto (che è sempre una creatura di Dio), ma altre volte sono stati problemi sociali.

Però vorrei chiedere al Direttore, un breve spazio per alcune riflessioni. La prima riguarda le modalità di soluzione del problema. E mi rivolgo gentilmente alla direzione provinciale VVFF. Il protocollo di coordinamento del Consigliere Delegato Roberto Borghi è stato vincente. Non sarebbe il caso che i VVFF prendessero l’iniziativa di concertare un protocollo del genere con tutte le amministrazioni del Lodigiano? Ci sarebbero meno ansie per la gente, e maggiore soddisfazione per tutti sia in termini di risultati che di risparmio di energie. Da alcune espressioni dei militi VVFF, frutto della loro lodevole esperienza, ma - secondo il mio collega docente nella facoltà di veterinaria, non generalizzabili - forse sarebbe opportuno un aggiornamento sull’etologia dei più comuni animali di affezione che pongono problemi di fughe o cosa del genere. Potrebbe essere un espediente per migliorare il già apprezzabile grado di operatività.

L’ultimo aspetto mi riguarda: mi è stato riferito che una mia espressione riportata correttamente dal Quotidiano, secondo la quale mi chiedevo se non vi fosse qualche volonteroso con una scala per salire sul tetto della villa disabitata, è stata recepita dai VVFF come un incitamento illegale alla violazione della proprietà privata e un depotenziamento del loro ruolo. Assolutamente nulla di tutto questo. Sarà stata l’esperienza ansiogena non sempre positiva di chi mi ha telefonato oppure il fatto di essere da qualche anno “un montanaro” bergamasco (ricordo, tempo fa al paese, che un paio di giovani, in pochi minuti recuperarono un gattino di sei mesi che si era annidato addirittura nella gronda di una casa abitata solo d’estate)…. Però non dimentico il mio ruolo di docente di Bioetica. Nella parte fondamentale ci sono due leggi (due principi importantissimi quasi inderogabili): il principio di precauzione e il principio di necessità. Questi valgono per tutti gli esseri senzienti, soprattutto quando sono in pericolo di vita. E ormai da tempo sono stati recepiti dal biodiritto e dalle sentenze giurisdizionali di tutti i paesi occidentali. Ora le leggi civili non sono assolute, ma condizionate (tranne quelle che, per i cattolici, si innestano sui principi naturali) compreso il diritto alla proprietà privata, appunto in caso di necessità. Un “grazie” ancora di tutto cuore.

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