Gli allevatori onesti si sentono arrabbiati e umiliati

Signor Direttore Pallavera,quando si violano le regole arriva il momento in cui qualcuno ti obbliga a saldare il conto. È il caso delle famigerate «quote latte» dove tra il 1994 ed il 2009 circa 2000 allevatori non rispettarono le «quote individuali» e giustamente sanzionati non hanno pagato le multe a loro comminate. Ora, la Commissione Europea impone all’Italia di recuperare il totale che ammonta circa a 1,5 miliardi di Euro. In caso contrario andremo incontro a procedure di infrazione con penali giornaliere ingentissime. Se il Governo non ottempererà alle disposizioni europee, le conseguenze ricadranno sui contribuenti italiani, compresi quei 36.000 allevatori onesti (su 38.000) che hanno rispettato le normative; come dire... cornuti e mazziati!Poi leggiamo notizie raccapriccianti che sgomentano sia gli allevatori che i cittadini consumatori. Come dovrebbero reagire gli allevatori onesti e corretti quando vengono a conoscenza di storie incredibili che gettano discredito sull’intero comparto agro-alimentare?Non li mette certamente di buon umore sentire che il Presidente di un Consorzio friulano, noto ex leader della protesta contro le «quote latte» adoperava latte tossico per produrre, tra l’altro, un formaggio DOP come il «Montasio» che sta conquistando alla grande il mercato statunitense.Se non ci fosse stata la denuncia di un autotrasportatore pentito, forse questa associazione a delinquere sarebbe ancora in attività.Ma queste aziende non venivano controllate?Se chi aveva il compito di farlo è mancato ai suoi doveri deve pagarne le conseguenze, come è giusto che sia.Come è possibile che diversi caseifici riescano a trattare latte non certificato, violando le norme che garantiscono il consumatore? Se tonnellate di latte tossico viene trasformato in idoneo, mediante documenti e certificati falsi, si può ragionevolmente pensare che vi possa essere stata qualche complicità con organismi e persone preposte al controllo?Un allevatore della Bassa, Filippo Boffelli, ha denunciato recentemente su «Il Cittadino» a quali adempimenti giornalieri è costretto a sottostare prima che il suo latte venga consegnato alla Coooperativa di riferimento. Come è possibile che si trovi latte di importazione al supermercato a 50 cent./litro, quando il nostro allevatore percepisce 40 cent./litro alla stalla, che non coprono i costi di produzione?Arrabbiati, frustati ed umiliati... ecco come si sentono gli allevatori onesti come Boffelli che si sacrificano giorno e notte, tutti i giorni, per produrre un bene primario che consenta lui e la sua famiglia di vivere una vita decorosa.Un mese fa, ad una grande industria lattiero-casearia di Parma, sono state sequestrate tonnellate di (presunto) latte proveniente dall’Ungheria perché le analisi hanno evidenziato che si trattava di liquido, color latte, fatto con lo sterco!Ciò sta a dimostrare che se si vuole, con accurati, continui e scrupolosi controlli si può (anzi si deve) evitare che dall’estero ci arrivino prodotti adulterati, autentiche schifezze che poi finiscono sulle nostre tavole e anche, purtroppo, in qualche mensa scolastica.Si fa strada la convinzione che vi siano delle multinazionali del settore dedite a questo genere di operazioni criminali.Ecco perché si chiedono maggiori e più scrupolosi controlli a tutela e a difesa, oltre che del lavoro degli allevatori italiani, anche dei cittadini consumatori. Distinti Saluti

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