Fu un massacro, smettiamola di celebrare la vittoria

Con l’armistizio di Compiègne, alle ore 11 del 11 novembre 1918 cessò definitivamente la prima guerra mondiale. Ho appreso dal Cittadino che dopo 97 anni è stato ritrovato il corpo di Riccardo Morzenti, caduto al fronte il 18 maggio 1917 durante la battaglia dell’Isonzo le cui spoglie sono state riportate nella sua Sant’Angelo. Non così è stato per i soldati Janos, Karl, Istvan e George, prigionieri austroungarici destinati ai lavori nelle nostre campagne e morti per influenza spagnola scoppiata a fine agosto del 1918. Grazie alle ricerche di Giacomo Bassi di questi ragazzi si conosce cognome, nome, paternità, maternità, luogo, anno di nascita e professione e hanno avuto sepoltura a Casalpusterlengo. Questi giovani sono stati ricordati con una lapide scoperta dai rappresentanti dell’Associazione per le tombe di Guerra Tedesche e della Croce Nera di Vienna. Il mio pensiero è un altro e mi amareggia il fatto che ci sono ancora Comuni che titolano i manifesti “Celebrazione dell’Anniversario della Vittoria”. Ma quale vittoria. Forse quella mutilata coniata da Gabriele D’annunzio o forse la vittoria che in tutti i teatri di guerra è costata 8,5 milioni morti, (di cui 650.000 italiani) 21,2 milioni di feriti e 7,75 milioni tra prigionieri e dispersi? Nonno Francesco (1881-1968), pur avendo tre figli in tenera età fu spedito al fronte nel 1917 ma è sempre stato restio a narrare le sue vicende. Un giorno, dopo molte insistenze, mi ha raccontato di aver combattuto sul Monte Pertica, un crinale posto sotto la linea del Grappa e dalle postazioni nemiche, più volte conquistato e altrettante volte perso. Ricorda tanti giovani (i ragazzi del 1899) che appena arrivati senza nessuna preparazione furono fatti a pezzi. Disse della buona sorte che lo aveva accompagnato ma di aver sentito l’odore della morte. Vennero gli occhi lucidi. Detto questo non sarebbe opportuno pubblicizzare i manifesti celebrativi del IV novembre con “Anniversario della fine della Grande Guerra - Giornata dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate” e un ricordo per le vittime di tutte le guerre?

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