Fiduciosi che le aspettative di chiarezza troveranno risposte

Il Comitato No Ampliamento Discarica, in questa lettera aperta, intende condividere con i cittadini e gli organi di stampa, le preoccupazioni e le forti perplessità che gli si stanno proponendo, man mano che passo dopo passo, sta procedendo sia nell’opera di informazione che al contempo, in quella di raccolta di dati sul problema della discarica. Nel Luglio 2007 tra il comune di Cavenago d’Adda e la società Ecoadda (l’attuale gestore della discarica di Soltarico) è stata stipulata la convenzione che regolava i rapporti tecnici, logistici ed economici, per la collocazione di 300.000 Tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi. Per un lungo periodo, dal dicembre dello stesso anno, furono quindi sversati notevoli quantita di rifiuti sul ‘lotto 1’, quantità tanto ingenti che già dal marzo del 2010, l’ARPA riscontrò il superamento delle quote massime in altezza dei rifiuti depositati, e diede corso ad una comunicazione all’autorità giudiziaria per le violazioni ai provvedimenti autorizzativi vigenti.

A seguito di ciò, Ecoadda fu costretta a sbancare masse di rifiuti e riportare i livelli alle altezze stabilite.

Ecoadda comunque, aveva già dato prova di non riuscire a gestire in maniera accorta, l’enorme massa di rifiuti accumulati, quando nel 2009, da alcuni degli sporadici controlli effettuati dalla stessa Ecoadda, risultò il superamento di alcune concentrazioni ammesse d’inquinanti.

Non finisce qui, nel 2011la Provincia diffidò Ecoadda per non avere rispettato tutte le prescrizioni previste dall’AIA come: qualità dell’aria, mancato collegamento dei pozzi di estrazione del biogas alla torcia, un incremento delle concentrazioni di metano, il non rispetto della periodicità prevista per il controllo della qualità delle acque di prima e seconda pioggia, con l’imposizione dell’invio alle autorità competenti, di rapporti dettagliati, su tipi e quantitativi dei rifiuti smaltiti, caratteristiche degli stessi, volume finale disponibile, etc.

Considerando quindi la scarsa attendibilità del gestore, il volume dei rifiuti trattati e i continui innalzamenti operati, visibili da chiunque si trovi a passare nei pressi della mefitica area, il Comitato e i cittadini tutti chiedono agli organi di controllo di rendere pubblicamente noti i seguenti dati:

1) Il quantitativo in tonnellate, come da convenzione, sversati attualmente sul quinto lotto, lotto attualmente attivo.

2) Qual è, attualmente, l’altezza dei lotti attivi della discarica, la composizione e la natura degli stessi, perché nella convenzione attuale stipulata si è stabilito la quantità in tonnellate e non in metri cubi o in tempo. Immaginiamo quindi che si sia perfettamente a conoscenza dei parametri suddetti che oltretutto variano in misura notevole con le precipitazioni e la composizione dei rifiuti sversati.

3) Il coefficiente di portanza dell’area sulla quale sorge la discarica, parametro indispensabile per la valutazione di possibili rischi presenti o futuri per le falde acquifere sottostanti, e base di partenza per qualunque ventilato ampliamento (o più furbescamente ‘profilatura’) si tenti di mettere in cantiere. Dai documenti ufficiali in nostro possesso, risulta infatti che questo coefficiente non sia più disponibile...

4) Le attuali misurazioni obbligatorie sulla qualità delle acque e i parametri della conducibilità elettrica che gli strumenti piezometrici per obbligo (dovrebbero) essere in funzione per il controllo di eventuali infiltrazioni.

5) Anche dopo i proclami dell’accordo raggiunto tra Provincia e Comune di Cavenago d’Adda, nessun tipo di lavoro si è ancora fatto per mettere in funzione i gruppi elettrogeni per la produzione di energia derivante dal biogas prodotto dai rifiuti, biogas attualmente ancora bruciato che si sperde nell’aria.

Essendo Ecoadda una compartecipata della E.A.L. (società pubblica della Provincia di Lodi), siamo fiduciosi che le legittime aspettative di chiarezza da parte dei cittadini troveranno una chiara risposta dagli organi competenti, onde poter dissipare speriamo le infondate insicurezze che da tempo, e sempre più fortemente ormai, hanno preso piede fra noi tutti.

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