Fiducia, rispetto reciproco, gestione unitaria e stima sono valori non negoziabili

Caro direttore, è ormai palese che l’approssimarsi delle elezioni comunali soffi il suo «gelido»fiato sulla testa di tutti coloro che sono chiamati a definire programmi, scelte di coalizione e candidature. Da ciò deriva che rimane solo un pizzico di tempo per le ulteriori e ultime riflessioni. Va da se che (ma questo sia come direttore di un giornale e come politico di razza lo sai bene anche tu), il presentare candidature attraverso la cronaca dei media è quantomeno singolare e rischia di non rendere ben comprensibile l’obiettivo che si vuole raggiungere. Che lo facciano i Cinque Stelle, notoriamente movimento operante per propria legittima scelta in solitudine, è assolutamente normale. Ma, nel caso ci siano scelte da assumere in coalizione, sarebbe più logico che le proposte avessero il loro naturale percorso all’interno dei partiti o delle liste che intendono «correre» insieme, onde potersi parlare a viso aperto e con la massima libertà di esprimere il proprio contributo; e poi procedere ai doverosi pubblici annunci. Ciò non vuol dire sottostimare le buone qualità personali dei candidabili, tutt’altro; anzi vuol significare pervicacemente l’esigenza di tutelare le «storie» e i diritti di ognuno di essi. Ciò detto quindi si impone una riflessione sul metodo. Nella situazione cittadina che stiamo affrontando, solo uno stupido potrebbe negare l’esigenza di introdurre forti livelli di novità; cambia il mondo e, vivaddio, Lodi non dovrebbe introdurre innovazioni? Certamente si! Rimane però l’esigenza di non snaturare le esperienze del passato che, comunque pur con i loro «chiaroscuri», sono la storia pulsante della politica cittadina. Fondere come è indispensabile il «nuovo» e il «vecchio» è sicuramente d’obbligo, tenendo però in assoluto conto che vi sono dei principi irrinunciabili per raggiungere buone intese. Fiducia e rispetto reciproco sono il collante di una nuova avventura e il rafforzamento del dialogo con la città, nonché la valutazione comune delle proposte programmatiche e la scelta dei loro interpreti. Questi sono i sentimenti e i percorsi che non possono mancare nel decidere e se e come stare insieme, mettendo sempre al centro di ogni decisione la persona umana, i suoi bisogni e le sue speranze. Credo si debba fare l’ultimo tratto di strada seguendo queste linee operative, dettate dalla logica e dalla ragione per rendere veramente efficaci le scelte e la successiva gestione della città. Stiamo infatti tutti ben comprendendo che mettere insieme novità, esperienze ed idee volte a favorire la gestione più unitaria possibile della amministrazione cittadina, sia l’unica risposta intelligente se si vuole rilanciare concretamente una proposta ben efficace. E quindi è necessario approfondire le conoscenze reciproche tra nuovi e storici protagonisti senza sospetti ne pregiudizi, ma va ribadito con forza che stima, fiducia e rispetto siano valori non negoziabili. Ovviamente queste sono mie riflessioni che intendo portare come contributo spero utile a terminare questo complicato ma anche affascinante percorso tenendo conto che, con buona volontà, nulla di quanto avvenuto sino ad oggi costituisce un’ostacolo non sormontabile. Ti ringrazio caro direttore e per lo spazio che mi vorrai cortesemente concedere e per quanto di socialmente continua a rappresentare in modo efficace il tuo giornale.

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