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Martedì 02 Febbraio 2016
Ecco quanto è rimasto di uno dei paesaggi lodigiani più belli
Le due immagini sono esemplari per evidenziare lo stato attuale di una campagna che sino a qualche anno fa era caratterizzata da un paesaggio fra i più belli del Basso Lodigiano, grazie alle ondulazioni naturali e ai dislivelli del terreno conseguenti alle peregrinazioni del Po che nel corso del tempo si scavava alvei diversi, prima che fosse imbrigliato dagli argini.
Lo stato attuale è il risultato di scelte demenziali e per nulla lungimiranti da ascrivere alle varie amministrazioni comunali, avallate dagli enti superiori, che hanno ridotto il territorio a un agglomerato di strutture assolutamente irrispettose del paesaggio, della sua conformazione e della sua storia.
Un ecomostro di cui non si conosce la destinazione a ridosso di un edificio sacro, l’oratorio di Santa Giulitta, che, sia pure rimaneggiato nei secoli, ha una storia risalente all’epoca feudale; e un impianto per lo smaltimento dei fanghi industriali affacciato sulla strada provinciale 27. Sono le ultime “creazioni” di personaggi che all’amore e al rispetto per il loro territorio hanno anteposto altri interessi che sarebbe irrispettoso definire, ma che i benpensanti intuiscono facilmente. Se aggiungiamo un’assoluta incompetenza amministrativa il quadro è ancora più eclatante. E’ pur vero che la necessità di affrontare le sempre nuove esigenze dell’attività umana richiede di modificare il territorio, ma è ancor più vero che le localizzazioni dei nuovi impianti possono essere individuate in modo più intelligente e più rispettose delle caratteristiche morfologiche e paesaggistiche dell’ambiente privilegiando zone dove l’impatto ambientale è meno devastante. Un esempio fra tutti, ed anche il più attuale, è la nuova maxilogistica da insediare fra Ospedaletto e Livraga che andrà a occupare una zona agricola vergine, pur essendo disponibile un’area produttiva dismessa. La giustificazione pare essere l’occupazione. Il solito specchietto per le allodole a cui seguono regolarmente fallimenti o risultati poco significativi a fronte delle pesantissime e irreversibili conseguenze sulla salute dei cittadini. La cementificazione del suolo, quindi la impermeabilizzazione di 200.000 metri quadrati , il passaggio quotidiano di 200 mezzi pesanti con i loro scarichi in atmosfera di una grande quantità di gas inquinanti, oltre ai rumori e al calore, non sono poca cosa. La realtà dell’inquinamento atmosferico che colloca la Pianura Padana al primo posto in Europa, con il suo carico di malattie e morti per tumore non regge il confronto con l’opportunità del lavoro ad ogni costo e al declino irreversibile delle condizioni di vivibilità . Oltre alla perdita di valore economico degli edifici civili.
Dove sono finiti i piani di Governo del Territorio e la legge regionale della Lombardia n. 31 del 28 novembre 2014 recante disposizioni sulla riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione delle zone degradate? Le varianti sono sempre possibili; gli interessi di pochi prevalgono sui principi fondamentali dell’etica e determinano la scelte di chi detiene il potere decisionale..
Quanto detto vale anche per il territorio di Meleti e quelli limitrofi, già pesantemente gravati da cave (o laghetti, la sostanza non cambia), impianti per la produzione di biogas, capannoni in disuso, pratiche agricole invasive della vegetazione spontanea.
E’ la pesante eredità da lasciare alle future generazioni: questa realtà inoppugnabile dovrebbe turbare la coscienza e togliere il sonno a chi disinvoltamente, posponendo il bene comune ai propri personali interessi, politici, economici o d’immagine, ha promosso e realizzato la devastazione del territorio.
Continuare ad autorizzare nuovi insediamenti equivale ad accentuare la distruzione di fertile terreno agricolo, incrementare l’insalubrità dell’ambiente e dei suoi abitanti con le inevitabili ripercussioni sulla qualità della vita.
E’ un caso che la speranza di vita dei nati nel Lodigiano si collochi in coda nella classifica dell’intero territorio italiano? E che il Servizio Sanitario Nazionale riconosca alla Pianura Padana il primato dei tumori in Europa.
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