Ore 17, in un posto sperduto tra le montagne (che però si rivela una sorpresa). Una macchina rallenta, l’autista si sporge dal finestrino e grida “ludesan”! Noi salutiamo a gran voce, attirando lo sguardo di tutti i catalani della via, che già da diversi minuti osservano incuriositi le nostre felpe e le nostre sciarpe giallorosse. L’Amatori in fondo è anche questo.È macinare chilometri. Volare, con l’aereo e con la testa. Fregarsene delle distanze, anche quando si è stanchi per il lavoro. Lasciarsi tutto alle spalle e pensare che finalmente si gioca a hockey. E tutto per far sentire alla squadra che amiamo che “ci siamo” e che teniamo duro. Ma anche per sentire quell’emozione senza freno ogni volta che Festa si avvicina alla porta per una delle sue “magie” o che (Sua) Antezza si prepara per una punizione.L’Amatori è correre senza fiato stando fermi sugli spalti, sempre più veloci dietro alla pallina con capitan Montigel in testa. Con quell’adrenalina di cui poi non si riesce più a fare a meno.E anche se non ci pensiamo quasi mai, l’Amatori è portare il nome di Lodi là dove la città del Barbarossa sarebbe destinata a restare un puntino di nebbia nel solco della Pianura padana.E cosa importa se qualcuno non capisce. Certo, l’hockey è fatto di piccoli numeri, non ha niente a che vedere con i “giganti” del calcio e del basket. Ma non per questo ha meno passione e meno valore, lo dimostrano ogni volta i tifosi e la classe degli atleti. Anzi, dei “fuoriclasse” che con i pattini sfrecciano fino alle stelle. A certe cose, però, non ci si fa mai l’abitudine: alle trasferte vietate, alle partite che nessuno trasmette, agli striscioni da tenere arrotolati sulle transenne.Alla fine, ci siamo affezionati. L’Amatori - con i suoi giocatori, il suo imprevedibile mister, tecnici dirigenti staff senza dimenticare nessuno - è un pezzo della nostra famiglia. Della nostra storia.Perché in fondo sognare su quattro rotelle ci rende... felici. Anche in quel palazzetto di provincia dove si sta con il cuore in gola per 50 minuti.Allora avanti Lodi. Fino alla fine, giusto?
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