
Oggi, giorno dell’epifania, per l’ennesima volta mi sono recata nel Santuario dell’Incoronata di Lodi, e con molta sorpresa mi sono accorta che le impalcature all’interno del Tempio Civico erano ancora presenti. La prima volta che le vidi era il giugno del 2014, circa diciannove mesi fa.Nel 1488 ci vollero cinque anni per costruire questo bellissimo Santuario rinascimentale, ai giorni nostri invece, ci vuole più di un anno e mezzo per ristrutturare una piccola porzione. Francamente mi pare un po’ esagerato.Ci sono altre priorità; le strade da asfaltare, le buche da ricoprire, le scuole da sistemare e tantissime altre spese che, in una grande città, hanno la priorità su tutto.Attenzione però, ci sono dei fattori da tenere in considerazione. Farò un breve ragionamento dove tenterò di spiegare quanto la necessità di concludere il prima possibile i lavori nel tempio entri di diritto in quelle priorità che un’amministrazione seria debba tenere in considerazione.L’Italia intera è la madre della cultura in generale e del rinascimento in particolare, non me ne voglia la splendida Firenze.Le nostre radici prendono vita da questa rinascita e debbono essere custodite per sempre, dobbiamo tramandare ai nostri giovani chi siamo, così che possano sapere che cosa saranno o potranno diventare.Il futuro che attinge dal passato è una risorsa che va custodita e tramandata, scrivo questo per entrare e far capire la sacralità atea delle mie parole.Lodi ha ereditato dal rinascimento questo capolavoro di sublime bellezza, una galleria d’arte, con la sua cupola, il matroneo in oro e gli affreschi quattrocenteschi, ma ha ereditato implicitamente anche il dovere morale di mostrarlo, aprire le porte e regalare ad ogni visitatore la sua più profonda esperienza.Ogni persona porterà con sé l’immagine, gli stati d’animo, l’essenza di quel momento. Questo succede ogni volta che si ammira un capolavoro eseguito dall’uomo, ognuno di noi custodisce nel proprio cuore ciò che ha visto, riaffiora spontaneo alla memoria il particolare, il sentimento, i colori di quel capolavoro.Tutte le volte che un opera d’arte si mostra agli uomini è come se venisse piacevolmente violentata dagli sguardi, saccheggiata nel profondo, per essere custodita dentro il cuore dei visitatori e tramandata nel ricordo, formando e plasmando la crescita evolutiva del giovane che diventerà uomo saggio.Questo è il potere vero della cultura, questo è quello che la cultura può e deve fare, guai all’uomo che impedisce tutto questo.Avendo capito il valore intrinseco di un opera d’arte in generale possiamo soffermarci su ciò che sta passando il santuario dell’incoronata in Lodi.Nel giugno del 2014 iniziano i lavori di ristrutturazione della cappella della crocifissione, questi lavori iniziano grazie soprattutto allo sforzo non solo economico del Rotary Club di Lodi, ma ahimè, la gestione dei lavori, come ogni altra faccenda legata al tempio civico in questione è materia dell’amministrazione comunale.Siamo arrivati a inizio 2016 e quell’impalcatura è ancora presente, una bellissima impalcatura, senza dubbio, se non fosse che nasconde la cappella e rovina la visione globale della chiesa.Ricordo la penultima volta che sono entrata a far visita, speranzosa di vederla nel suo splendore e non in assetto da cantiere. Ne sono uscita triste, vedendo un ragazzo giovane accompagnato da suo padre che gli spiegava, entrambi affascinati, la storia e gli affreschi presenti. Allora pensai: «Quanto sarebbe stata più efficace e affascinante la spiegazione di suo padre se, il ragazzo non avesse avuto delle lamiere color topo ad intralciargli la visuale».Attenzione, sono favorevolissima alle opere di restauro ma non sono favorevole alla mancanza di rispetto verso tutte quelle persone che, da un anno e mezzo a questa parte si trovano quell’impalcatura da cantiere in mezzo alla chiesa, senza nessun operaio, restauratore che ci lavori.Una lampante dimostrazione di quanto il sindaco e tutta l’amministrazione comunale sia totalmente disinteressata a questa chiesa, a questo tempio, a questa opera d’arte.Il comune dovrebbe sistemarla il prima possibile e pubblicizzarla il più possibile. Sicuramente ne gioverebbero i commercianti limitrofi alla chiesa, l’impresa locale di trasporti, la nomea cittadina. E’ ineccepibile e al quanto sospetta la lunga permanenza di un ponteggio all’interno del tempio civico.Spero, la prossima volta di poter ammirare la chiesa nella sua totalità e non dover vedere turisti ammirare la foto della cappella stampata sulla copertura del ponteggio. Spero di conoscere Lodi anche fuori dal lodigiano e spero che la mia lettera serva ad accelerare i lavori e ricordare al comune che esiste nella città un tempio civico della Beata Vergine Incoronata.
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