Possiamo paragonare l’Italia in cui viviamo ad un edificio costruito molti anni fa che, a causa di un degrado cui tutti hanno contribuito, ha bisogno di profonda ristrutturazione. Ogni tentativo di ripararlo, con interventi parziali, provvisori o addirittura approssimativi, rischia di aggravare la situazione e far spendere denaro senza risultati utili all’insieme.
Se il riscaldamento centralizzato non è più adeguato alle esigenze dei tempi, non garantisce uguale calore a tutti ed è antieconomico, bisogna progettare cambiamenti profondi, trovare i percorsi e mezzi idonei, preparare gli uomini al lavoro che andrà svolto, raccogliere soldi sufficienti.
Il federalismo che viene proposto attualmente vuole illudere tutti di poter risolvere il problema con la distribuzione di volantini in cui si reclamizza un luccicante impianto di riscaldamento autonomo, mentre in realtà l’intenzione è di chiudere semplicemente alcuni termosifoni (dove invece servirebbero nuovi serramenti), isolare il più possibile gli appartamenti già caldi, posizionare termostati senza un piano che individui le sedi più appropriate, imporre una temperatura standard indipendentemente dalle condizioni di salute dei residenti, appaltare i lavori senza aver visto il preventivo e soprattutto lasciare la costruzione nel suo complesso in condizioni fatiscenti. In pratica tutto ciò si traduce nell’invito ad arrangiarsi, anche se per farlo si dovesse realizzare un focolare bruciando i mobili di casa.
Invece ciò di cui abbiamo bisogno è un piano, dettagliato e unitario, che elimini e sostituisca le strutture logore con materiali nuovi, più leggeri e resistenti, che rivoluzioni la logica con cui erano stati concepiti gli impianti e li renda più efficienti (=nor consumo e risultati comunque assicurati o addirittura migliori), che sia lungimirante nell’utilizzo delle strategie per il futuro, stimolando lo sviluppo di valide reti di fornitura e manutenzione, e che soprattutto coinvolga gli inquilini nel rinnovamento, partendo dall’educazione al senso civico del bene comune e del risparmio delle risorse.
Altrimenti anche il migliore impianto autonomo verrà usato male e probabilmente danneggiato in brevissimo tempo…
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