È il festival con il miglior rapporto tra costi e pubblico

Ringraziando il signor Ferrari per gli apprezzamenti espressi nei confronti della seconda edizione del Festival dei Comportamenti Umani, svoltasi tra il 5 e l’8 maggio, desidero cogliere anche gli spunti critici che emergono dalla sua lettera, per provare a fornire alcune risposte e alcune chiavi di interpretazione delle situazioni che ha voluto evidenziare.Innanzitutto bisogna considerare che un’iniziativa come quella del festival (tanto nell’attuale versione sui Comportamenti Umani quanto in quella dei Vizi Capitali dei sette anni precedenti) si propone di promuovere un’offerta culturale che sappia suscitare non solo l’interesse del pubblico locale ma eserciti attrazione anche nei confronti di un pubblico più vasto, proveniente da fuori territorio. Il modello (fatte le dovute proporzioni, soprattutto in termini di investimento economico) è quello di eventi come il Festival della Letteratura di Mantova, quello del Giornalismo di Perugia e altre rassegne tematiche che nell’ultimo decennio si sono distinte nel panorama nazionale.Come ben evidenziato da un recente studio che l’Università Bocconi ha dedicato a questa tendenza (intitolato “Effetto festival”), il formato che garantisce maggior successo in termini di partecipazione popolare e di riscontro sui mezzi di comunicazione è quello basato su una durata compresa fra tre e cinque giorni, in cui si concentra un numero significativo di appuntamenti. Perché questo modello si dimostri efficace e sostenibile è necessaria una consistente affluenza di pubblico, proveniente in quota non marginale da territori differenti da quello che ospita l’iniziativa. Coerentemente con questa impostazione e con l’intento di fare vivere e conoscere Lodi anche a livello nazionale, una contenuta parte del budget del festival è stata investita in una opportuna attività di comunicazione, con azioni specifiche nell’area della Lombardia ma anche in altre regioni del centro-nord, integrandosi con i programmi di promozione dell’immagine turistica della città avviati in questi anni dall’amministrazione comunale.A questo proposito bisogna sottolineare come siano stati davvero numerosi i passaggi dedicati al festival di Lodi su emittenti radiofoniche e televisive e sulla stampa quotidiana e periodica a diffusione nazionale (come peraltro si era verificato anche per le edizioni passate) e ciò rappresenta un risultato indubbiamente positivo, che ha contribuito a far conoscere a tante persone la nostra città. Se il festival dei Comportamenti Umani è affine per questi aspetti (nonché, mi sia consentito, anche per l’elevato livello della proposta culturale) ad altre importanti rassegne, si distingue invece in modo netto per quanto riguarda i costi e l’assetto organizzativo, poiché i primi sono notevolmente inferiori a quelli di iniziative analoghe ed il secondo è basato al 90 per cento su risorse professionali interne all’amministrazione; in sostanza, quello dei Comportamenti Umani è un festival costruito quasi integralmente “in house”, a differenza dei tanti festival prodotti da soggetti esterni e venduti “chiavi in mano”.Facendo ancora riferimento a quanto emerge dal già citato studio della Bocconi, credo che si possa davvero affermare che quello di Lodi sia uno dei festival con il miglior rapporto tra costi e pubblico. Costi, per rispondere in modo puntuale ad un quesito posto dal signor Ferrari, che sono sempre stati dichiarati con la massima trasparenza, a partire dalla conferenza stampa di presentazione dell’evento: 80.000 euro (con una riduzione di circa il 40 per cento rispetto ai 130.000 euro del 2010), di cui la metà coperti da sponsorizzazioni private (tra le quali alcune realtà imprenditoriali di livello nazionale, che hanno evidentemente trovato interessante l’iniziativa). Segnalo, per rispondere ad un altro quesito specifico del signor Ferrari, che la quota del budget coperta direttamente dall’amministrazione pubblica non ha gravato, direttamente o indirettamente, neppure per un centesimo su lui, che abita a Bertonico, od altre persone non residenti a Lodi, dato che per la prima volta la Provincia di Lodi non ha messo a disposizione alcun contributo. Pur in un anno oggettivamente difficile per i bilanci degli enti locali (i trasferimenti statali sono stati infatti tagliati dell’11 per cento a tutti i Comuni), siamo quindi riusciti a confermare una stimolante proposta culturale (tra l’altro con l’importante patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), riducendone i costi e trovando il sostegno di nuovi sponsor. Ed i risultati raggiunti non possono che indurre soddisfazione, stando all’evidenza della grande partecipazione di pubblico ed al riscontro dei questionari distribuiti tra gli spettatori, dai quali emerge come un buon 20 per cento provenisse da fuori Provincia. Uno degli aspetti che hanno caratterizzato l’edizione 2011 del festival e che ritengo importante evidenziare è come molti protagonisti degli eventi in programma abbiano “vissuto” Lodi ben al di là dei loro impegni “ufficiali”: penso, per esempio, ad Andrea Lucchetta che sabato mattina, in compagnia di tanti giovani, ha trasformato piazza della Vittoria in un campo di pallavolo, a Mauro Corona che domenica mattina girava per il mercato, ad Antonio Lubrano ed ai suoi numerosi incontri improvvisati con la gente durante due giorni di permanenza in città. Spero, signor Ferrari, di averle fornito risposte adeguate: in ogni caso, la invito a contattarmi ([email protected], 0371/409387) per eventuali suggerimenti costruttivi per l’edizione 2012.Cordialmente.

Andrea Ferrari, assessore alla cultura del comune di Lodi, risponde alle parole di un lettore che chiedeva informazioni sui costi e sull’organizzazione del Festival dei Comportamenti umani

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