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Martedì 18 Novembre 2014
E’ così che la Lombardia si prepara all’appuntamento dell’Expo 2015?
Caro direttore, Le racconto la mia mattinata felliniana per arrivare in treno da Casalpusterlengo a Milano Lambrate. Grazie a Trenord che ogni tanto ci fa vivere queste belle avventure e dono un po’ di imprevedibilità alle giornate sempre uguali di noi pendolari.Oggi era previsto uno sciopero nazionale dalle 09 alle 18.00. Ovviamente è venerdì, i sindacati sono bravi a scegliersi sempre dei pre-festivi per fare sciopero. Un comune mortale pensa che i treni debbano funzionare regolarmente prima e dopo tale periodo, ma purtroppo siamo in Italia.Esco di casa alle 07.30 per prendere il treno 20406 delle ore 07.49. Dovrei arrivare a Lambrate alle 08.43, grazie al lentissimo treno offerto da Trenord, una freccia in grado di coprire 55 km in 55 minuti. Il treno è annunciato prima con 15, poi con 20 minuti di ritardo. È l’ultimo treno prima dello sciopero. Discuto un po’ con la signora capostazione, gentilissima ma ahimè impossibilitata a fare alcunché. Mi dice che il ritardo è dovuto alla preparazione del treno, che avviene a Codogno. Verso le 08.20 (30 minuti di ritardo) il treno arriva a Casale. Riparte e si ferma 500 metri dopo la stazione, per problemi al treno. Sosta di 15 minuti, poi a scossoni e ripartenze arriviamo a Secugnago, dove dozzine di pendolari inferociti stanno ormai attendendo da quasi un’ora. Il treno arriva fumando, e muore sul binario 3. Nessun avviso di nessun tipo. Sono ormai le 08.40, tra poco inizia lo sciopero e siamo bloccati nella campagna lodigiana. Attraverso i binari e vado a protestare con la capostazione. Incredibilmente mi trovo di fronte la stessa faccia con cui mezz’ora prima avevo parlato a Casalpusterlengo. Penso di avere le traveggole, ma poi mi spiegano che sono due gemelle, l’una lavora a Secugnago, l’altra a Casale. La gemella-capostazione è altrettanto cortese e altrettanto inutile della sorella. Mi decido con altri a occupare i binari e fermare il primo treno. Una signora rumena mentre sono tra i binari mi chiede: «Scusi ma almeno fermerà a Lodi il treno che state fermando?» Stamattina sono tutti pazzi, oppure sono in un film di Fellini e non me l’hanno detto. La capostazione ci invita a risalire sul marciapiede, garantisce che il prossimo treno si fermerà. Arriva un intercity, fischiando a tutto spiano, con il macchinista affacciato che ci insulta. Rispondiamo per le rime, non ci stiamo affatto divertendo in questa mattinata novembrina. Niente da fare, il treno rallenta ma non si ferma. Secondo tentativo, fermiamo un treno-notte che sembra carico di profughi. Viene da Lecce, forse è partito da giorni, sembra un vagone della Transiberiana a metà del suo cammino. Il treno notte ci carica a bordo ma si prende i suoi tempi. Sbuffa, si ferma, riparte, si ferma di nuovo. Arranchiamo fino a Lodi, poi Milano Rogoredo. Arrivo a Milano Lambrate alle 09.55, poco meno di 2 ore e mezza dopo essere uscito di casa. Tutto è fermo per lo sciopero. Alle 18 si riprende. Chissà cosa mi riserva Trenord per la serata? Spero di non doverle scrivere nuovamente per raccontarlo. Questa è la Lombardia che si prepara all’Expo 2015. L’Expo degli sfigati. Saluti, ridendoci sopra
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