Egr. Direttore Le scrivo poiché in questi giorni si sta svolgendo la causa civile protratta dal sottoscritto abitante in via Sauro n.8 a Lodi, assieme ad altri cittadini rivieraschi, contro il Comune di Lodi, l’impresa esecutrice dei lavori sull argine dell’Adda zona ponte vecchio e il D.L. Ing. Rossetti. Come ben lei ricorderà durante l’esecuzione dell’opera ci fu una piccola piena, noi Lodigiani la chiamiamo «brembata» che fece innalzare di poco il livello delle acque, ma avendo l’impresa che stava eseguendo i lavori, costruito una strada di ghiaia che univa la sponda dell’Adda dall’altezza dell inizio di via N. Sauro sino all’isolotto di «Achilli», detta strada fece da diga e deviò la corrente del fiume portandola a sbattere contro le case del numero civico 4 e 6 di via N. Sauro, detta corrente fece in poche ore crollare gli argini e si corse il pericolo che anche le due abitazioni fossero inghiottite dall Adda qualora il livello del fiume non calasse, a suo tempo intervennero i vigili del fuoco, la protezione civile, vigili urbani, polizia e staff tecnico del Comune di Lodi allora capeggiato dal compianto architetto Cremonesi.Dopo aver passato ore di paura vera, la piena iniziò a diminuire per cui una volta passato lo spavento, l’impresa, la quale non aveva previsto il disastro causato (avevano tutto il tempo di rimuovere o fare dei varchi nella strada di ghiaia) dovette correre a mettere in sicurezza le case pericolanti (se fosse arrivata un altra brembata la frittata era completa) e per farlo eseguì lavori straordinari in tempi ristretti usando massi giganti posizionati sull’argine adiacente le nostre case e assestati a colpi di ‘benne’ potenti. Tali lavori causarono vibrazioni con danni profondi a tutte le case rivierasche della via N. Sauro, che a detta dei signori del Comune di Lodi e dell’Ing. Rossetti direttore dei lavori poi sarebbero stati sistemati in via amichevole.Logico che priorità era mettere in sicurezza le case dei miei vicini, con i quali tra l’altro corrono buoni rapporti (in questo le piene dell’Adda aiutano ad essere solidali e a diventare amici) per cui abbiamo creduto «alla buona fede delle autorità», e alle rassicurazioni dateci nei vari incontri avuti con l’architetto Trabattoni, il presidente del consiglio comunale Colizzi e il vice Sindaco Cremonesi, l’Ing. Rossetti si è sempre defilato, ma poi, come sempre la politica insegna, a lavori terminati tutto è finito nel dimenticatoio e allora la conseguente causa, con le parti avversarie che adesso insinuano che NOI abitanti vogliamo approfitare della disgrazia. Vorrei sottolineare con questa mia lettera che i lavori di rafforzamento dell’argine erano stati fatti all’incirca 20 anni fa e nessuno ripeto nessuno degli abitanti della via ha reclamato, ma non riesco a digerire che un errore evidente, provato e documentato agli occhi di tutti, adesso venga nascosto dietro la codardia di autori, i quali voglio no far passare per avvoltoi persone che hanno veramente subito danni notevoli e che al tempo si sono fidati di persone che poi hanno dimenticato.È ridicolo affermare,come gli autori stanno cercando di provare, che la piena era di portata limitata, logico che lo era (noi che viviamo in riva all Adda siamo abituate a piene di 5, 6 metri superiori a quella di quei giorni)ma il problema non è stato il livello di innalzamento del fiume, ma l’incapacità e la non competenza di chi stava lavorando sul fiume.Ringraziandola anticipatamente per lo spazio a noi offerto.
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