Don Luigi Piana, il prete indimenticabile con i pantaloni corti

Don Luigi Piana arrivò a Fombio nel 1973 quando venne nominato coadiutore al fianco di don Giuseppe Arioli. Quelli erano anni nei quali lo spirito post-conciliare incominciava a dare i primi frutti non solo sotto l’aspetto religioso, ma anche nel nuovo modo di vivere l’esperienza negli oratori.Quando don Luigi arrivò nel nostro oratorio di Fombio, la primavera offriva i suoi primi frutti e il campo di calcio era sempre pieno di ragazzi che giocavano a pallone. Arrivò il nuovo coadiutore: si intrattenne con i ragazzi e organizzò subito due squadre. Tutti pensavano che egli si mettesse ad arbitrare, ma si allontanò per un istante. Riapparve con i calzoncini corti lasciando i ragazzi sbalorditi: così iniziò la sua missione a Fombio e venne soprannominato “il prete dai calzoni corti”.Rimase in parrocchia per soli due anni, ma questo fu un periodo non proprio facile.Il 18 febbraio 1974 avvenne il crollo del pilastro della chiesa che scombussolò non poco la vita di Fombio e lui, ancora annoverato tra i preti giovani, si mise al fianco del vecchio parroco don Giuseppe. Sempre aiutato dal padre Angelo, prese piccone e badile e, quando i ragazzi erano a scuola, destinò molte ore al fianco dei volontari che ricostruirono la chiesa.Nel mese di settembre del 1974 il vescovo lo nominò coadiutore di Livraga, ma il 22 dicembre di quell’anno don Luigi non volle mancare alla riapertura al culto della chiesa salvata. Già a quel tempo si notava che il suo spirito lo avrebbe portato a cercare ambiti più vasti e così maturò la scelta missionaria.Dal 1983 al 1986 andò in Messico a Netzahualcoyolt per collaborare con don Angelo Dragoni alla nascita di una missione nel paese centroamericano. Quelli furono anni impegnativi e di duro lavoro: dal niente venne costruita una chiesa, sede di una nuova parrocchia formata da circa 60 mila fedeli, in un ambiente violento e dove il clima non era dei migliori (Città del Messico è una delle città più inquinate del pianeta) e di questa situazione ne porterà le conseguenze per tutta la vita.Nel 1986 il Vescovo lo chiamò per andare ad aiutare don Luigi Carenzi in Guatemala, più precisamente a Los Amates. Anche qui l’ambiente era ostico, la guerra interna metteva a rischio l’incolumità delle persone e anche i missionari spesso sono stati oggetto di attentati.La missione doveva coprire 140 villaggi, molti dei quali raggiungibili solo a cavallo; spesso gli spostamenti duravano anche otto ore. Qui operò per tre anni, fino al 1989. In quelle zone lavoravano alcuni operai italiani, tra i quali anche un fombiese che non perdeva occasione di trascorrere qualche giorno con l’amico don Luigi e prodigandosi per far giungere alla missione cibo e oggetti di prima necessità. A causa della sua salute precaria, il vescovo lo richiamò nella diocesi di Lodi e più precisamente gli affidò la parrocchia di Retegno, che guidò come parroco dal 1992 al 1995. Nonostante tutto, lo spirito missionario ebbe il sopravvento e così don Luigi chiese di ritornare in missione: dal 1995 al 2000 venne mandato in Ecuador.Purtroppo la salute in questi anni divenne sempre più precaria: ancora una volta fu costretto a ritornare in Italia. Venne nominato parroco a Cornovecchio e Meleti, poi a Nosadello e Gradella.Chi lo conosceva bene sapeva che era appassionato di musica, suonava la chitarra e componeva canzoni. La più famosa è stata intonata durante le esequie: “Vorrei, Maria andare da Gesù”. Don Luigi è stato un vero sacerdote, sempre in “prima linea”: si può dire che ha dato la vita per il Vangelo. In missione, la situazione non era delle più semplici: egli ha annunciato Gesù in zone dominate dalla violenza, dal narcotraffico e dall’egoismo. I fombiesi, anche quando era lontano dall’Italia, non lo hanno mai dimenticato, alcuni sono sempre stati in contatto con lui.In questi ultimi anni la salute è sempre peggiorata e ha dovuto ricorrere ad alcuni ricoveri ospedalieri, ma la sua tenacia non è mai venuta meno: ogni volta che rientrava nella sua parrocchia, si metteva sempre e comunque al servizio delle necessità di tutti.Ora è salito al cielo, ma siamo sicuri che “non starà mai fermo” nemmeno tra gli angeli: magari organizzerà una partita di calcio che avrà come arbitro San Pietro.La comunità fombiese, ricordandolo nella preghiera, lo porterà sempre nel suo cuore. Grazie don Luigi.

Nella foto, scattata a Fombio nel 1974: don Luigi Piana, coadiutore a Fombio, partecipa ad un incontro dei volontari per iniziare il salvataggio della chiesa.

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