Diritti dei conigli e uomini che muoiono di fame

Una legge per difendere anche i conigli

La Direttiva Ue 1999/74 stabilisce dal 1° gennaio 2012 l’abolizione delle gabbie di batteria per le galline ovaiole. Era ora. Tali uccelli, infatti, hanno un forte bisogno di porre in essere modelli di comportamento etologici, sviluppati dalla specie nell’evoluzione di migliaia di anni. Ed è essenziale per il benessere di questi animali che queste esigenze siano soddisfatte. In natura le galline camminano per lunghe distanze e passano gran parte del loro tempo alla ricerca di cibo; vivono in piccoli gruppi con un’organizzazione sociale complessa, basata su una chiara gerarchia; cercano luoghi appartati dove creare i nidi per deporre e covare le uova, usando gli alberi per appollaiarsi al riparo dalle minacce dei predatori durante la notte. Questi volatili hanno un forte bisogno di distendere le ali oltre che una buona cura delle loro penne e fanno regolari bagni di terra. Una gallina libera, quindi, può fare movimenti naturali, cercare il foraggio, o un rifugio quando si sente minacciata dall’ambiente circostante, deporre e covare le proprie uova nel nido. Nelle sterili gabbie di batteria nessuno di questi comportamenti è possibile. Per i conigli, invece, mi risulta che manchi un quadro normativo di riferimento: mi chiedo il perché. Se poi andiamo nel privato si vedono situazioni vergognose e assurde: questi roditori sono tenuti chiusi singolarmente in gabbie appena poco più grosse di loro, dove riescono a girarsi a fatica, tenendo i piedi sempre appoggiati su un fondo anch’esso di rete di ferro. I tal modo i poveri animali sono costretti a “vivere” dalle 10 alle 33 settimane, dopo di che vengono macellati per il consumo (uccisi a bastonate o sgozzati). Mi chiedo: non esiste una legge od un progetto di legge che vieti questo modo crudele e - ripeto - vergognoso di allevare i conigli? Sarei grato a chi, sapendone più di me a tal proposito, mi volesse rispondere. Vorrei, poi, rivolgermi alle nuove generazioni, nonché al personale educativo delle scuole, affinché nei loro programmi culturali includano la sensibilizzazione al rispetto degli animali non soltanto d’affezione. Grazie.Distinti saluti

Si muore di fame e lui pensa ai conigli...

In merito alla missiva del signor Reguzzi riguardante il benessere delle galline e dei conigli, io fossi in lei mi vergognerei. Nel 2011 esistono milioni di persone che non hanno ancora una casa, che non hanno cibo, che soffrono la sete, che vivono in condizioni a dir poco pietose e lei, sig. Gianpaolo, esige maggior attenzione e rispetto per la vita delle galline e dei conigli? Fossimo in un mondo che vede l’uomo raggiungere il top delle condizioni di vita, allora forse la sua richiesta animalista poteva avere fondamento. Ma siccome vedo ancora bambini morire di fame e di sete nell’indifferenza di persone che passeggiano per Milano con il cane avvolto nel cappottino di Prada, non mi passa nemmeno dall’anticamera del cervello di preoccuparmi delle condizioni di vita di conigli e galline. Ma credo che questo sia anormale secondo voi. Infatti, in questo mondo di matti che sta andando a rotoli, capita spesso di vedere persone che se ne infischiano delle difficoltà e dei problemi del prossimo, preoccupandosi piuttosto di comprare la cuccia termica al gatto o il mangime bio al canarino. Poveri noi!!!

I responsabili sono sempre gli uomini

Rispondo alla lettera del signor Eugenio Mola nella quale sono citato: 1° non ho nulla di cui vergognarmi per quello che ho scritto e perchè mai dovrei farlo?2° il benessere delle galline ovaiole, che fino al termine di quest’anno possono ancora essere allevate in batteria, è regolato da una direttiva UE non fatta certo da me, ma che condivido pienamente.3° ho sollevato la questione riguardante l’allevamento dei conigli, perché non mi sembra che esista una legge che, come per i volatili d’allevamento, li tuteli. 4° personalmente, pur avendo sempre posseduto un cane, non mi è mai passato per l’anticamera del cervello di acquistare un cappottino di Prada per nessuno di loro.5°sul problema della gente che muore di fame: i responsabili di questa tristezza sono sempre gli uomini. Uomini che pensano soltanto a se stessi: comprandosi vestiti costosissimi, auto lussuose soltanto per apparire, case al mare e in montagna, gioielli; sperperando soldi in pranzi e cene esagerate. Insomma, uno stile di vita impostato sul profitto e sull’egoismo. Non è certo lasciando i conigli chiusi nelle gabbie come se fossero degli oggetti (non si rispetta il creato in questo modo, sa? E poi, vuol provare lei a stare chiuso in una gabbia - soltanto per qualche ora - un po’ più grande del suo corpo, appoggiato su una rete senza giaciglio e appena di poco libero di girarsi?) che si risolverebbe la fame nel mondo.6° non mi definisco e non sono di certo un animalista. 7° credo, soltanto che con la mia prima lettera l’abbia punto sul vivo, signor Mola, e non tiri in ballo inutilmente con un discorso fuori luogo la carestia di alcuni paesi del mondo, solo per crearsi delle giustificazioni: in questo caso si vergogni lei.Distinti saluti

In un mondo in cui gli uomini muoiono ancora di fame ha senso preoccuparsi degli animali? È la domanda di un lettore dopo la pubblicazione di una lettera dedicata alle condizioni in cui vengono allevati i conigli. Dopo il botta e risposta aspettiamo altri interventi

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