Così Enel e Provincia aiutano le imprese che vogliono crescere

Egregio direttore, mi permetto in questo periodo delicato nel quale ogni giorni leggiamo di imprese che chiudono i battenti (e la realtà ci è più vicina di quanto non sembri, il Suo quotidiano ne è testimone, purtroppo, ogni giorno) di portare alla Sua attenzione ed a quella dei Suoi lettori una breve storia fatta di intoppi, ritardi e intralci burocratici nei confronti di chi, con tanti sacrifici e con tanti rischi, decide tuttavia di investire nella propria attività produttiva. L’azienda che rappresento, e che ho creato alcuni anni fa, opera nel comparto manifatturiero, in particolare progetta e costruisce serbatoi per il trasporto e lo stoccaggio di gas criogenici. Con non poca esitazione, in un momento in cui tutti se sono bravi e fortunati, restano a guardare, ho deciso di investire in una nuova costruzione per l’ampliamento di un reparto dedicato alla costruzione di speciali apparati, con tecnologie innovative e con l’obiettivo di scongiurare quanto sta accadendo in altre realtà. Devo premettere che l’indotto che ogni giorno mi trovo a dover dirigere, occupa oltre 60 persone e che l’ampliamento dell’azienda porta benefici diretti e indiretti a tutti gli occupati.Vengo al dunque: lo scorso Maggio (25 maggio 2011 per l’esattezza) definiti ormai i progetti del nuovo capannone, richiedo al gestore della rete elettrica (Enel) l’incremento di potenza con passaggio in media tensione a seguito dell’utilizzo di macchinari ed attrezzature nuovi. Consapevole che non sia una pratica “snella” e che comporta diversi passaggi (realizzazione della cabina di trasformazione, collegamenti, pratiche di servitù ecc.) pianifico che per la fine del 2011 possa ottenere l’allacciamento richiesto per il collaudo delle nuove attrezzature in consegna a fine anno e per l’avvio del nuovo capannone con il nuovo anno.Tutti sanno che un investimento deve iniziare a rendere il prima possibile, la struttura dei costi deve comunque iniziare a “ripagarsi” nel minore tempo.Continuo con le date: nel mese di Giugno ricontatto Enel e mi viene detto che la mia pratica non esiste, ricompilo il tutto ed invio nuovamente la richiesta (13 Giugno 2011). Passano i giorni e riesco a contattare i responsabili locali dell’ Enel, vengono a fare un sopralluogo e notiamo che la cabina di derivazione (il punto dal quale Enel dovrà partire per arrivare alla mia cabina di trasformazione) dista solo pochi metri. Bene! Si tratta di un lavoro molto più semplice di quanto si prevedesse. Premetto che il personale con il quale mi sono raffrontato si è sempre manifestato molto disponibile e comprensivo, non critico loro ma il sistema nel complesso.Arriva il 4 Agosto, ottengo una prima specifica tecnica sul da farsi, con le opere a mio carico (cabina di trasformazione, tubazioni ecc) ed una serie di adempimenti burocratici.Nel frattempo (8 Agosto 2011) ricevo il preventivo di spesa dettagliato, che accetto, al quale seguirà (dopo mia richiesta di sollecito) richiesta di pagamento (8 settembre 2011) dell’importo di euro 23.633,76 iva compresa.Provvediamo a costruire la cabina di trasformazione a tempo di record, chiediamo che venga accatastata (questo è stato meno rapido..) e comunichiamo il tutto ad una azienda (con sede in provincia di Padova) che ci contatta in data 9 dicembre con raccomandata incaricata da Enel di raccogliere la documentazione inerente la pratica dal punto di vista amministrativo legale per la stipulazione della servitù. Ci precipitiamo ad inviare il tutto e dopo un primo contatto telefonico ci viene risposto che la pratica è a posto ed ora rimanderanno tutto ad Enel per fissare la data dell’atto notarile di servitù e per procedere con i lavori.Arriviamo quasi ai nostri giorni… abbiamo rispettato i tempi di costruzione del fabbricato, ci stanno consegnando le attrezzature (che non possiamo collaudare in quanto non dotati di energia elettrica) e stiamo raccogliendo commesse di lavoro per il 2012 fiduciosi di poter iniziare il prima possibile. Non è così semplice…. Al telefono ci viene detto che manca un certificato della Regione Lombardia, mancano dei documenti che deve rilasciare la Provincia di Lodi non prima che ritornino da Milano firmati da un funzionario e trasmessi a Pomezia (centro di smistamento della posta di Enel) per essere poi inoltrati a Lodi per ulteriori verifiche. Insomma se va bene in poco più di un mese potremmo avere tutto e… “programmare” l’intervento dei lavori di collegamento della cabina.Oggi la pratica è in Provincia per un ulteriore (ci dicono l’ultimo) visto. La prospettiva è di due settimane e la pratica sarà evasa.Nel frattempo la cabina (pagata), il trasformatore (pagato) le attrezzature, la struttura ecc... sono lì che ci aspettano. Una piccola parentesi, dopo esserci informati e dopo avere letto molto in materia abbiamo deciso (spinti soprattutto da propositi di tutela dell’ambiente) di investire in un impianto di riscaldamento sfruttando l’acqua presente nel suolo (con la creazione di un pozzo di prelievo e uno di restituzione). Lo studio è stato affidato ad una società leader negli impianti geotermici la quale ha provveduto a presentare richiesta di autorizzazione agli enti preposto. La Provincia di Lodi ci ha risposto per accettazione della domanda scrivendoci che i termini per il rilascio delle autorizzazioni è pari a 18 (diciotto) mesi dal ricevimento della richiesta. W l’ecologia, lavoreremo al freddo.Ora le chiedo… ma se un’azienda (senza vanto e senza lode) vuole crescere, assumere, espandersi, trova dei limiti tali da compromettere un piano di investimento e di sviluppo, trova problematiche che, mi creda, possono fortemente creare disagi, che senso ha investire? Che senso ha tutto questo se poi ci si trova arrabbiati perché mancano un timbro o una firma? normale che oggi giorno si debba aspettare quasi un anno per un potenziamento dell’energia elettrica? Capisco sempre più chi non ce l’ha fatta, sicuramente per tante altre problematiche, ma sicuramente anche perché avvilito dai tanti scogli che si trova davanti chi vuole fare.

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