Consorzio Agrario, licenziare la gente non è un’opportunità

Egregio direttore, su “Il Cittadino” del 6 novembre ho letto che chiuderà il Consorzio Agrario di Lodi, in via Anelli, presenza storica in città dal 1902, a causa probabilmente di una perdurante situazione economica di crisi aziendale, causata, come affermano sul quotidiano da Lei diretto fonti sindacali, da una cattiva gestione finanziaria.Pur non conoscendo affatto il problema, da fedele lettore del Suo giornale non posso esimermi dall’esprimere alcune valutazioni in merito a tale vicenda, ricavate innanzitutto da fonti giornalistiche e in seguito dai commenti apparsi nell’edizione on-line de “Il Cittadino” del 6 novembre.Innanzitutto, come abitante di Lodi, non posso che esprimere profondo rammarico per tale fatto, che rischia di cancellare nell’immediato 28 posti di lavoro, con tutto ciò che ne consegue in quest’Italia martoriata da crisi economica devastante e disoccupazione da record(è un dramma sociale per i poveri dipendenti), e di far scomparire un’attività a sostegno dell’agricoltura di grande valore, anche storico per la nostra città.Di seguito, di fronte ad altre crisi aziendali che attanagliano la città(ex Polenghi, ADM, ecc.), stupisce in questo particolare caso la totale assenza di una qualsiasi manifestazione di solidarietà da parte dell’Amministrazione Comunale di Lodi, salvo un succinto commento dell’Ufficio Stampa del Comune, apparso sull’edizione on-line de “Il Cittadino” del 6 novembre, che, oltre a non chiarire del tutto perché l’area ex ABB giaccia abbandonata dal 2005, se non spiegando il fatto come un contenzioso che dal 2008 oppone-come ben sanno i lettori, ma anche tutti i cittadini-il Banco Popolare(ex Banca Popolare di Lodi-Banca Popolare Italiana dell’era Fiorani) e l’Amministrazione Comunale, a causa di differenti regolamenti circa la volumetria costruttiva, liquida la chiusura del Consorzio Agrario come (aimè) un’opportunità di riqualificazione(che parola abusata!) per l’area, per ricavare un parcheggio ed una strada di collegamento fra la Stazione Ferroviaria e via Sforza.Ma secondo l’estensore del commento, che rappresenta l’Ufficio Stampa del Comune di Lodi, la chiusura di uno stabilimento - perché questo è il Consorzio Agrario di Lodi, con le sue officine meccaniche - ed il conseguente licenziamento delle sue maestranze rappresentano un’opportunità?!!!Ma vogliamo scherzare?Da anni (mi ricordo ne scrisse “Il Cittadino” nell’edizione del 1 novembre 2007), si cerca di sfrattare tale attività dalla città, così come fatto in passato (recente) per altri stabilimenti (il caso ABB Adda è a parte), per speculare del punto di vista edilizio sulle aree, riempiendo - salvo rare eccezioni(sede BPL di Renzo Piano) - la città di sgorbi , cubi anonimi di cemento, comuni a tutte le città della nostra Penisola, veri ecomostri schifezze, figlie di una programmazione urbanistica di serie z.Se proprio tale attività lascerà la nostra città, non lo farà per il traffico come affermato dai vertici del Consorzio sui giornali locali, ma perché da anni si annuncia un fantomatico trasferimento in periferia (San Grato, area Polenghi e così via), sostenuto da alcune dichiarazioni di esponenti politici locali, che, in buona fede, hanno favorito questa amara conclusione della vicenda.Cordiali Saluti

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