Egregio direttore, la lettura dei giornali di questa mattina (lunedì 25 giugno, Ndr) ci consente di riflettere su quale sarà il futuro del Lodigiano.Il «Corriere della Sera», a proposito dell’abolizione delle Province più piccole, scrive: «E Lodi? Ci aveva messo qualche secolo per affrancarsi da Milano. Nel 1992, alla fine della Prima repubblica era riuscita ai lodigiani una impresa che nemmeno ai tempi del Barbarossa era stata possibile. Poi, dopo soltanto vent’anni di “indipendenza”, la più cocente delle delusioni. La provincia di Lodi dovrà mestamente sparire. Tornando assieme a Milano. Corsi e ricorsi vichiani...».Altrettanto emblematico è l’articolo che «Il Cittadino» pubblica in prima pagina, nel quale Massimo Codari, presidente del Consiglio provinciale di Lodi, scrive che in ipotesi semplificativa, il Lodigiano potrà esaminare almeno tre alternative: l’accorpamento con Cremona (o anche solo con Crema e il Cremasco); l’accorpamento con Pavia; l’accorpamento con la Città Metropolitana di Milano.Non credo si tratti di una scelta facile, anche perché tira una brutta aria per l’istituzione della Provincia, considerata un ente inutile e troppo dispendioso. Non Le dico i commenti della gente al bar leggendo pochi giorni fa sul vostro giornale la riproposizione, da parte della Provincia di Lodi, dell’iniziativa che mi pare si chiami “Cortili in festa”, la stessa che lo scorso anno aveva attirato, a un concerto fatto proprio nel cortile della Provincia, un pubblico foltissimo, composto da ben dieci persone. Ma il compito della Province è di organizzare concerti o è quello di tenere pulite le strade? È meglio avere strade provinciali senza l’erba alta un metro sul ciglio della carreggiata oppure è meglio spendere soldi per concerti che hanno un pubblico dalle dimensioni ridicole?Considerazioni a parte, è difficile pensare che una classe politica come l’attuale (la nostra piccola “casta”....) possa decidere sul futuro del Lodigiano. Andare con chi? Tornare con Milano o imboccare nuovi matrimoni? Signor direttore, Lei che ha sempre difeso l’istituzione della provincia di Lodi anche contro il parere della stragrande maggioranza dei lodigiani, cosa farebbe ora? Mi aspettavo una Sua presa di posizione, che non ho visto, e che forse ha preferito affidare a Massimo Codari.Luigi DanovaCaro Danova, Massimo Codari ha indirizzato al nostro giornale una lettera che in realtà è un documento stringato ma importante, dove a bocce ferme fa il punto della situazione e si appella agli enti locali e a tutte le forze politiche del territorio per valutare quale strada imboccare in un imminente futuro.Cosa farei io? Lascerei decidere i lodigiani. Organizzerei in fretta una consultazione popolare. Un referendum snello, il meno dispendioso possibile, nel quale la gente possa esprimersi. Il futuro del Lodigiano appartiene a chi ci è nato e ci abita, e a chi ha deciso di sceglierlo come propria residenza. Con chi andare? Pavia, Cremona o Milano? Scelga la gente.
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