Come sempre dobbiamo aspettare un incidente

La foto allegata mostra la situazione di piazzale Fiume lato gelateria e il forse più noto ciclista Gastone. Uno dei tanti cantieri del teleriscaldamento, tra l’altro fermo per il ritrovamento di mura sotto il piano stradale che sanno di archeologia, blocca la via Acquedotto, già strada chiusa ma non per le bici, e nemmeno per scooter e moto che, come si sa, hanno un codice della strada tutto loro. Queste ultime categorie insistono nel voler passare per il metro mezzo scarso che rimane sul marciapiede tra il cantiere e le biciclette in esposizione. Questo passaggio, guarda caso, mette a repentaglio i pedoni, gli unici autorizzati a usufruirne, e i clienti della gelateria che stazionano nello spazio antistante e che per lo più sono bambini. Scrivo perché sono stato testimone oggi stesso di una decina di incidenti sfiorati. Ho telefonato alla Polizia Locale che con una flemma certo non tedesca mi ha detto che avrebbe avvertito l’Ufficio Viabilità del Comune. Domani. Insomma, come sempre dobbiamo aspettare il ferito, anche lieve, per fare le cose come si dovrebbero, garantendo la sicurezza delle persone in una situazione disagevole per la presenza dei lavori temporanei. Ma io mi chiedo, com’è possibile raddrizzare la nostra società civile se anche nelle piccole cose come queste emerge indifferenza, distacco, disinteresse da parte e dei cittadini che se ne sbattono delle regole anche scritte e delle autorità. Domani passerò per piazzale Fiume e se la situazione non sarà sanata, interverrò in prima persona bloccando il traffico ciclistico. Forse è ora che i cittadini, quelli con un giusto senso dei doveri oltre che dei diritti, si prendano in mano la città. Saluti

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